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Il mio tutto: Intervista a Chiara Zaccardi [narrativa LGBTQ+]

Buongiorno lettori! Ho avuto occasione di intervistare l’autrice Chiara Zaccardi per il suo nuovo romanzo a tematica LGBTQ+ “Il mio tutto”.

Ciao Chiara! Benvenuta sul blog Il Lettore Curioso. Chi sei e che cosa fai nella vita?
Grazie Feliscia. Sono impiegata in un’azienda che si occupa di efficienza energetica e, ovviamente, amo scrivere e leggere. Scrivere è la terapia più efficace che conosca e leggere è la cosa migliore che abbia imparato. Per il resto sono una persona che crede nella forza dell’ironia, della tenacia e dell’inventiva.

“Il mio tutto” è il tuo nuovo romanzo. Ti va di parlarcene?
La storia comincia con Davide, il primo dei due protagonisti, che arriva in una nuova scuola e si fa notare perché invece di seguire le lezioni preferisce disegnare e non nasconde di essere gay. Per questo viene preso di mira da alcuni compagni di classe, tra cui Cristian, il secondo protagonista, un ragazzo carismatico e apparentemente molto sicuro di sé. Cristian detesta Davide perché con il suo arrivo le sue certezze crollano: scopre di desiderare Davide, al punto che lo bacia, e non sa come affrontare questo cambiamento, o meglio, non sa come reagire di fronte a una nuova versione della sua vita che non aveva previsto.
Il punto focale del romanzo riguarda le scelte che i due ragazzi compiranno per trovare la propria identità.

“Il mio tutto” affronta il tema dell’accettazione. Hai avuto difficoltà a trattare un argomento così delicato? Com’è nata l’idea per la storia di Cristian e Davide?
No, mi è venuto naturale. Credo che la maggior parte dei pregiudizi nasca dall’estraneità, a certi argomenti così come a certe persone. Per questo ho cercato di contestualizzare il mio racconto in una realtà comune, quotidiana.
L’idea del romanzo è nata da un’intervista all’attore Rupert Everett, che ho visto per caso in televisione. Everett è stato uno tra i primi a Hollywood a dichiarare la propria omosessualità. Il motivo per cui l’ha detto è che non voleva essere costretto a mentire, perché quando menti sei in una posizione fragile e sei vulnerabile. All’inizio l’onestà gli è costata cara: era al top della carriera e dopo il coming out è stato messo al bando dall’industria del cinema. Anche se questa non è stata la fine della sua carriera mi ha fatto riflettere sul coraggio che ci vuole per essere sé stessi e la mia storia, pur essendo molto diversa dalla sua, nasce da questo.

Come descriveresti i due protagonisti? C’è qualche personaggio al quale ti senti particolarmente legata?
Davide è creativo, testardo, paziente e sincero, sfoga l’imperfezione insita in ogni essere umano nell’arte ed è disposto a lottare per ottenere ciò che desidera. Affezionarsi a lui non è difficile, io stessa vorrei assomigliargli di più.
Cristian è estroverso, responsabile, determinato e insicuro: si impegna per essere sempre al meglio ed è molto duro con sé stesso, fa fatica ad accettare le proprie debolezze.
Sara è leale, decisa, spigliata e generosa, sa essere una buona amica, qualità non scontata, ed è capace di sdrammatizzare per alleggerire qualsiasi pensiero. C’è qualcosa di me in tutti e tre i personaggi. Forse quello con cui ho più in comune è Cristian, perché anch’io sono insicura.
Soprattutto devo convincermi da sola delle scelte da compiere e ho i miei tempi, cercare di forzarmi non serve a niente.

Hai scelto di ambientare il libro nella tua città, Parma. Ti va di parlarci della tua scelta? C’è un luogo che ami particolarmente a Parma?
Avevo bisogno di un luogo familiare e mi sono immaginata i protagonisti nella stessa scuola superiore che ho frequentato io. È stato un modo indiretto per ripercorrere alcuni episodi della mia adolescenza poiché, anche se la storia è diversa, i posti sono gli stessi. Vivo a Parma da quando sono nata ma la vedo comparire poco nei romanzi perciò, siccome volevo un’ambientazione italiana, ho pensato di non dover andare lontano. Un luogo che amo, anche se non ci vado da tempo, è il posto di montagna dove, nel racconto, abita la nonna di Davide. È un paesino di provincia nei pressi di Solignano. Ci vivono dei bei ricordi, lì.

Il tuo curriculum vanta diverse pubblicazioni. Hai qualche progetto in vista per il futuro?

Non ne parlo mai prima che si concretizzino. Per adesso sto cercando di fare tutto ciò che mi riesce perché “Il mio tutto” venga letto da più persone possibili.

Grazie per aver preso parte a questa intervista. Se ti va, salutaci con una citazione dal libro o un tuo pensiero.
Grazie a te. Vorrei ringraziare anche tutti quelli che hanno letto il mio romanzo e che mi hanno scritto per darmi il proprio giudizio. I lettori sono una specie rara, capace di scorgere la bellezza nelle cose e nelle parole, e sono felice di conoscerne ogni giorno qualcuno in più.
Alcuni mi hanno detto che il libro è stato una piacevole sorpresa, perché non mi conoscevano come autrice e perché di solito comprano prevalentemente romanzi di grandi case editrici e di scrittori già noti. Spesso ho fatto anch’io così, attratta dalla pubblicità. Il mio pensiero finale è quindi un proposito: prometto di impegnarmi a cercare meglio le mie prossime letture, affidandomi ai blog e ai gruppi di lettura sui social, per andare al di là delle solite proposte. Ci sono romanzi che aspettano soltanto un’occasione, e che la meritano.


“Come si fa quando non riesci a stare insieme a una persona ma non riesci nemmeno a stare senza?”.
Davide se lo chiede dal momento in cui ha conosciuto Cristian. A sedici anni arriva in una nuova scuola, a Parma, e si fa subito notare: ama disegnare e non nasconde di essere gay. Per questo viene preso di mira da alcuni compagni.
Il leader dei bulli, Cristian, è il campione di nuoto della scuola: fisico atletico, occhi azzurri e un sorriso spietato. Cristian detesta Davide. Almeno finché non lo bacia. Il loro è il primo grande amore, giovane, intenso, tanto inaspettato quanto assoluto. Cristian si scopre indifeso davanti a un desiderio inarrestabile, senza mezze misure, e non sa come affrontarlo. Abbandonarsi a un sentimento che lo rende diverso o respingerlo? Ammettere che le fragilità di Davide sono un po’ anche le sue o usarle per allontanarlo?

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