Novità in libreria, Serie Tv

Bridgerton: guida ai libri che hanno ispirato la serie tv di Netflix

Qualche tempo fa abbiamo fatto qualche previsione sulla seconda stagione della serie tv del momento: Bridgerton.
Oggi facciamo un po’ di chiarezza sui libri che hanno ispirato la serie televisiva.
Bridgerton è infatti una celebre saga letteraria, dell’autrice Julia Quinn, che ha incontrato un grade successo di pubblico, con una ritrovata popolarità dopo l’uscita della serie televisiva.

Daphne e Simon in una scena della prima stagione di Bridgerton
Daphne e Simon in una scena della prima stagione di Bridgerton

Se Daphne e Simon hanno fatto battere il vostro cuore e volete conoscere le sorti degli altri personaggi, non dovete attendere la seconda stagione di Bridgerton, ma potete approfondire le loro storie con la serie di libri di Julia Quinn. Ecco i libri della saga in ordine cronologico:

  • Il duca e io: Racconta la storia di Simon e Daphne.
  • Il visconte che mi amava: Racconta la storia di Anthony Bridgerton.
  • La proposta di un gentiluomo: Racconta la storia di Benedict Bridgerton (in uscita il 16 marzo).
  • Un uomo da conquistare: Racconta la storia di Penelope Featherington e Colin Bridgerton (in uscita il 20 aprile).
  • A Sir Philip, con amore: Racconta la storia di Eloise Bridgerton (in uscita il 20 aprile).
  • Amare un libertino: Racconta la storia di Francesca Bridgerton (in uscita il 18 maggio).
  • Tutto in un bacio: Racconta la storia di Hyacinth Bridgerton (in uscita il 15 giugno).
  • Il vero amore esiste: Racconta la storia di Gregory Bridgerton (in uscita il 13 luglio).
  • Felici per sempre: Racconta gli epiloghi dei finali di tutte le storie in modo più approfondito (uscita sconosciuta per il momento).

Se i nove volumi non vi bastano potete approfondire il mondo di Bridgerton con una saga prequel, basata sulla famiglia dei Rokesby. I volumi usciti finora sono i seguenti:

L’autrice ha anche scritto alcune novelle parte di due antologie, al momento non disponibili in lingua italiana.

Vedi anche: Bridgerton 2: che cosa aspettarsi dalla seconda stagione della serie tv

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Serie Tv

Queerbaiting nella serie tv 9-1-1: il caso Eddie e Buck

Dall’inizio della seconda stagione, con l’introduzione di Eddie, la serie sulle forze dell’ordine 9-1-1 ha conquistato sempre più fan accaniti ma è stata anche accusata di queerbaiting dagli stessi.

In passato, parlando di queerbaiting, l’ho definito nel seguente modo: “Si può parlare di queerbaiting quando gli showrunner e autori di una serie televisiva creano volutamente allusioni tra due personaggi dello stesso sesso, con l’intenzione di attirare il pubblico LGBTQ. La tensione sessuale più o meno eplicita che si viene a creare non sfocia però mai in qualcosa di fatto, vivendo di sottointesi.”

Ma che cosa ha scatenato questa accusa e perché i fan della serie hanno iniziato a sperare in un rapporto romantico tra Eddie e Buck?

Il personaggio di Eddie si è unito alla serie all’inizio della seconda stagione; un padre single dal passato difficile, alla ricerca di una vita migliore per sè e il figlio Christopher.
Il legame con Buck, vigile del fuoco e collega di lavoro, è stato quasi immediato, ed è iniziato con una tensione sfociata presto in un’amicizia ricca di complicità e affetto.
Buck è diventato parte della vita di Eddie e di suo figlio e diversi momenti hanno fatto pensare ai fan che il loro rapporto potesse andare oltre l’amicizia.
In particolare a Buckley sono stati dedicati alcuni momenti in cui la sua eterosessualità “è stata messa in discussione” da altri personaggi e persino dalla sorella dello stesso. In questi casi Buck non ha mai smentito i malintesi.
[SPOILER Quarta stagione] Ad esempio, in una delle nuove puntate crossover con 9-1-1 Lone Star della quarta stagione, ora in onda negli Stati Uniti, un vigile del fuoco apertamente gay (TK) ha creduto che Buck gli stesse chiedendo di uscire.

Le anticipazioni della prossima puntata sembrano rivelare l’intenzione di Buck di essere finalmente se stesso, ma non è chiaro se il ragazzo si riferisca a un coming out.
Diversi fan credono che il personaggio possa essere bisessuale, ma al momento la coppia Buck/Eddie non è ancora diventata canonica.
9-1-1 ha dato spazio a diversi altri personaggi della comunità LGBTQ+, come la storyline di Hen, vigile del fuoco e paramedico sposata con una donna, TK di Lone Star in una relazione con un poliziotto o Paul, vigile del fuoco transessuale, sempre da 9-1-1 Lone Star. Dopotutto parliamo di una serie di Ryan Murphy, che non è estraneo a rappresentazione LGBTQ+.

Che cosa ne pensano gli attori della coppia Buck ed Eddie?

Oliver Stark (Buck) ha sempre supportato la teoria dei fan, dichiarandosi felice di qualsiasi decisione sarà presa per il suo personaggio. Tuttavia qualche tempo fa, in uno statement su Twitter, ha dichiarato che ha smesso di condividere i video fan made di Buck ed Eddie o di commentarli, in quanto non vuole dare false speranze ai fan o confermare qualcosa di non reale.

Il messaggio di Oliver Stark su Twitter

Di recente, Jennifer Love Hewitt (Maddie nella serie) ha dichiarato in un video “So che insistente sul fatto che Buck ed Eddie diventeranno una coppia. Beh, lasciatemi dire questo… lo credo anche io. Faccio il tifo perché accada, sarebbe fantastico e non faccio altro che scherzare su questo con loro”

Perché si parla di queerbaiting?

Durante un episodio natalizio, una donna “elfo” ha confuso Buck ed Eddie per una coppia sposata dicendo “Avete un figlio adorabile”. Invece di correggere il malinteso, Buck ha replicato con “Grazie”.
Questi “malintesi” ricorrono spesso nello show e alimentano le speranze dei fan.
In riferimento alla battuta in questa puntata, lo sceneggiatore esecutivo al tempo ha dichiarato a TVLine: “So che molte persone percepiscono delle vibrazioni (Tra Eddie e Buck), per questo motivo ho inserito quella piccola battuta sul finale. L’elfo stava parlando per il pubblico. E non sto dicendo che la fontana alle loro spalle significasse qualcosa di metaforico. Decidete voi.”

La produzione dello show è ben consapevole dell’interesse del pubblico per la coppia e continua ad alimentarlo stagione dopo stagione.
Buck ed Eddie finiranno per diventare come Sterek (Teen Wolf) o Destiel (Supernatural) o diventeranno presto canon?
Di certo solo il tempo può dirlo, potrebbe essere una relazione a “cottura lenta” o più probabilmente l’ennesimo queerbaiting televisivo.

E voi che cosa ne pensate? Seguite 9-1-1?

Leggi anche: Il problema del queerbaiting nelle serie tv|| Che cos’è?

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Gennaio 2021: le serie tv in uscita su Netflix, Prime Video e Disney+

Gennaio 2021 non è un mese ricco di uscite, ma ci sono comunque alcuni titoli interessanti da scoprire. Ecco le uscite da non perdere sul catalogo di Netflix, Prime Video e Disney+:

Netflix

  • Lupin – Parte 1
  • Cobra Kai – Stagione 3
  • Brooklyn Nine-Nine – Stagione 6
  • Disincanto – Stagione 3
  • Dawson’s Creek – Stagioni 1-6
  • Fate: The Winx Saga – Stagione 1
  • 50m2 – Stagione 1

Prime Video

  • Anime: Goblin Slayer! – Stagione 1
  • Anime: Inuyasha – Stagione 5-7
  • Made in Abyss – Stagione 1
  • Supernatural – Stagione 13
  • American Gods – Stagione 3 (uscite settimanali)
  • Law & Order: SVU – Stagioni 11, 12 e 13
  • Mr. Robot – Stagione 4
  • James May: Oh Cook!
  • South Park – Stagione 23
  • Star Trek: Lower Decks – Stagione 1

Disney+

  • Onward – Oltre la magia
  • Altrimenti ci arrabbiamo!
  • Lo chamavano Trinità e Continuavano a chiamarlo Trinità
  • Chi trova un amico trova un tesoro
  • Banana Joe
  • Cane e gatto
  • Miami supercops
  • Nati con la camicia
  • Non c’è due senza quattro
  • Pari e dispari
  • Il libro della Vita
  • Le cronache di Narnia: il Viaggio del Veliero
  • WandaVision
  • Marvel Studios: Legends
  • Pixar Popcorn
  • Marvel’s Spider-man: Maximum Venom

Articoli correlati: Netflix vs Prime Video: qual è il migliore nel 2020?

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Bridgerton 2: che cosa aspettarsi dalla seconda stagione della serie tv

Uscita il 25 dicembre, Bridgerton è senza dubbio la serie Netflix del momento! Creata dalla casa di produzione Shondaland (fondata da Shonda Rhimes), è composta da 8 episodi della durata di circa un’ora ciascuno.
Bridgerton è tratta dalla prolifica serie di libri di Julia Quinn, pubblicati in Italia da Mondadori, e racconta le vita di una famiglia dell’alta società londinese durante il periodo Regency.

[Attenzione! Il seguente articolo contiene spoiler della serie tv Bridgerton]

Nella prima stagione di Bridgerton la narrazione sì è focalizzata sul rapporto tra Daphne e Simon, ma che cosa dobbiamo aspettarci dalla seconda stagione ora che la coppia sembra aver trovato la serenità?

Sebbene Daphne e Simon siano stati un punto centrale nella prima stagione, Bridgerton ha ancora molto da raccontare!
La serie ha infatti presentato solo una delle coppie della saga, ma ha introdotto personaggi che avranno un approfondimento futuro.
Con buona probabilità Daphne e Simon non saranno più al centro delle successive puntate e i fan hanno già iniziato a chiedersi chi saranno i prossimi protagonisti.

La trama della seconda stagione di Bridgeton

Se la serie seguirà le orme del secondo libro (Il visconte che mi amava), Anthony sarà il prossimo protagonista.
Nella prima stagione Anthony ha dovuto dire addio alla sua amata Siena, cantante lirica con la quale ha avuto un amore nascosto dalla società. Ora che Siena ha trovato la sicurezza con un altro uomo, che le garantisce stabilità e un futuro certo, Anthony deve andare avanti e trovare una moglie.

Nel secondo romanzo il primogenito Bridgerton fa la corte, seppure non abbia particolare intenzione di sposarsi, a Edwina, un’affascinante debuttante. C’è un solo problema, Edwina valuta soltanto le proposte approvate dalla sorella “ficcanaso” Kate!
Alcuni fan si sono già chiesti chi interpreterà Kate e un nome sembra ripetersi spesso nei loro desideri: Lily James, attrice che ha interpretato ruoli in costume altre volte in passato.

Il volto di Lady Whistledown

Proprio negli ultimi secondi della prima stagione, con un colpo di scena, è stata svelata l’identità di Lady Whistledown, che con i suoi resoconti e segreti svelati mette in subbuglio l’alta società londinese.
Lady Whistledown non è altri che la dolce Penelope Featherington, la cui identità è stata svelata soltanto nel quarto libro della saga.

Ma che cosa comporterà questa rivelazione?
Il personaggio che più di tutti potrebbe risentire della verità è la migliore amica di Penelope, Eloise, che è stata vicinissima a scoprire la sua identità e si trova sulle sue tracce, supportata inizialmente dalla Regina.

Essendo i pettegolezzi di Lady Whistledown una parte importante della narrazione, la verità su Penelope potrebbe non essere rivelata subito, ma ciò potrebbe accadere in una possibile stagione a lei dedicata.

Queerbaiting e personaggi queer

Anche Bridgerton è stata accusata di queerbaiting.
Il trailer mostrava infatti una scena di sesso tra due uomini, lasciando intendere che potesse esserci una relazione gay tra due personaggi.
La scena è stata in realtà molto marginale e coinvolgeva uno dei personaggi secondari.
Sappiamo però che le narrazioni di Shonda sono a favore dell’inclusività, quindi non è da escludersi la presenza di un personaggio queer in futuro.

Al momento non si hanno ancora notizie certe sulla trama o i nuovi volti della seconda stagione, ma i libri possono soddisfare – almeno in parte – la vostra curiosità! Potete acquistarli su amazon, iniziando da Il duca e io.

E voi che cosa vorreste vedere nella seconda stagione di Bridgerton?

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7 personaggi di serie tv che nella vita reale sarebbero odiosi

Ci sono personaggi delle serie tv che per quanto saccenti, pignoli e persino fastidiosi finiscono per diventare i nostri preferiti.
Nella vita vera però alcuni atteggiamenti non sarebbero perdonati. Ecco alcuni personaggi che nella vita reale sarebbero considerati odiosi!

Sherlock Holmes (Sherlock)

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Sherlock è uno dei personaggi più apprezzati in assoluto nell’universo fictionale, ma il suo carattere saccente e la caratteristica del dire sempre ciò che pensa, potrebbe non essere una qualità molto apprezzata nella vita reale!

Cristina Yang (Grey’s Anatomy)

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Nonostante manchi da Grey’s Anatomy da diversi anni, il personaggio di Cristina è rimasto nei cuori dei fan della serie, che hanno imparato ad amarla nonostante i numerosi difetti. Nella realtà però una persona come lei sarebbe difficile da apprezzare, soprattutto per il suo carattere all’apparenza distaccato e poco empatico.

Paris Geller  (Gilmore Girls)

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Inizialmente introdotta come rivale di Rory, Paris è diventata un’amica eccentrica ma fidata. Lentamente ha fatto breccia nel cuore dei fan, finendo per diventare uno dei personaggi iconici della serie. Nella vita vera però quanti di voi riuscirebbero ad essere amici di Paris?

Sheldon Cooper (The big bang theory)

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Sheldon è il personaggio più riuscito della serie, tant’è che si è conquistato persino uno spin-off a lui dedicato. Eppure la lista dei difetti che lo riguardano è infinita e, nella vita quotidiana, sarebbe impossibile essere amico di una persona del genere!

Lucifer Morningstar  (Lucifer)

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Lucifer è affascinante e brillante, e dotato di uno spiccato senso dell’umorismo. Dice sempre quello che pensa, e racconta a tutti di essere il Diavolo e che Dio è suo padre. Se incontrassi una persona come lui, fuggirei a gambe levate pensando che sia uno psicopatico!

Rogelio della Vega (Jane the virgin)

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Rogelio è uno di quei personaggi che non possiamo non amare. È sempre pronto a farsi in quattro per la propria famiglia, a volte anche senza riflettere sulle conseguenze. Adora però essere una star e godere dell’attenzione dei fan e dei media. Nella realtà una persona come Rogelio sarebbe piuttosto difficile da sopportare, soprattutto durante i suoi momenti da divo!

Cameron Tucker (Modern Family)

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Caotico ed estremamente teatrale, Cam adora stare al centro dell’attenzione. È un personaggio che si presta molto bene in una serie comedy, ma che nella realtà potrebbe essere alquanto fastidioso.

Siete d’accordo con la mia lista? Fatemi sapere i vostri personaggi scelti nei commenti!

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The Queen’s Gambit: ci sarà una seconda stagione?

Chi ha già recuperato su Netflix la miniserie del momento The Queen’s Gambit (in italiano La Regina degli scacchi) si sarà probabilmente chiesto se è prevista una seconda stagione sulla vita di Beth Harmon. Scopriamolo subito insieme!

Di che cosa parla The Queen’s Gambit

Ambientata negli Stati Uniti degli anni ’50-’60, la serie racconta la vita di Beth Harmon, giovane prodigio degli scacchi, dalla sua infanzia in orfanotrofio dopo la morte della madre, fino all’adozione da parte di una coppia problematica e la successiva scalata del successo nel mondo degli scacchi.
La serie affronta diverse tematiche come la morte, i rapporti personali e la dipendenza da medicinali e alcolici.

[Attenzione Spoiler!]

Un finale aperto?

Nell’episodio finale Beth si trova in Russia, dove ha di nuovo la possibilità di sfidare il campione degli scacchi Borgov, che ha sempre temuto e ammirato.
Dopo aver smesso di assumere pillole e alcool e con il supporto dei suoi amici, Beth acquista ancora più sicurezza in se stessa e si rende conto che non ha bisogno di assumere farmaci per accedere alla scacchiera nella sua mente; è sempre stata lì, con lei.
Dopo aver sconfitto Borgov, Beth è diretta verso l’aeroporto, ma decide di fare una piccola deviazione in un parco di Mosca.
Negli ultimi attimi vediamo una Beth che riesce finalmente ad accettare la felicità, la vittoria e l’affetto dei suoi amici. Gli scacchi non sono più un’ossessione, ma un momento di condivisione e gioia.
Del finale Anya Taylor-Joy ha detto a Refinery29: “Ogni volta che finivo quella frase (Let’s Play – Giochiamo) scoppiavo a piangere. Perché ero così felice per lei. Beth ha trovato un senso di appagamento. Non sta più soffrendo o combattendo contro qualcosa così intensamente.”

Ci sarà una seconda stagione?

The Queen’s Gambit è nata come mini-serie di sette puntate ed è tratta dal libro omonimo del 1983 di Walter Trevis. Il libro non ha un seguito, ma è autoconclusivo. Quindi, almeno sulla carta, la storia di Beth non è continuata dopo la vittoria contro Borgov.
Nel passato di Netflix ci sono alcune serie che sono state rinnovate, anche se pensate inizialmente per essere autoconclusive. Non sempre questa scelta si è però rivelata vincente.
Il successo di The Queen’s Gambit potrebbe fare ben sperare, anche se il finale chiude sicuramente un capitolo importante della vita di Beth.
Il produttore William Horberg ha dichiarato, in merito a un possibile rinnovo: “Ci siamo divertiti molto a parlare di cosa potrebbe accadere domani. La scena finale sembra un bellissimo momento per concludere la serie, quindi non sono sicuro se vogliamo andare avanti e rispondere a quella domanda. Magari possiamo lasciare che sia il pubblico ad immaginare che cosa verrà dopo”.

Anche Anya Taylor-Joy è della stessa opinione, anche se si è detto più che felice di tornare nell’eventualità di un sequel.
Al momento non ci sono novità su un possibile rinnovo, anche se, visto il finale, le probabilità che ciò accada sono scarse.

Di che cosa parlerebbe il sequel?

Ovviamente sulla trama di un’eventuale sequel possiamo solo fare speculazioni.
Una seconda stagione potrebbe mostrare la vita di Beth dopo la vittoria contro Borgov, con la sua crescente popolarità nel mondo degli scacchi e oltre.
Beth dovrà (probabilmente) affrontare la sua nuova vita da sobria, con possibili ricadute e momenti di difficoltà.
I personaggi secondari (Beltik, Benny, Jolene, Townes) potrebbero avere uno spazio maggiore, così come la vita sentimentale e affettiva della protagonista.
Ovviamente in un sequel non dovrebbero mancare gli scacchi e le competizioni e, perché no, magari un nuovo prodigio contro cui competere?


Vi terrò aggiornati per notizie più precise da fonti ufficiali. E voi vorreste vedere un sequel di The Queen’s Gambit o pensate che dovrebbe restare una serie autoconclusiva?

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5 Motivi per guardare “La Regina degli Scacchi” (The Queen’s Gambit) su Netflix

The Queen’s Gambit è la serie tv Netflix del momento. Uscita il 23 ottobre 2020, racconta la storia di fantasia di Beth Harmon, prodigio degli scacchi, dall’infanzia all’età adulta, in sette puntate da poco meno di un’ora ciascuna ed è tratta dal libro omonimo del 1983 di Walter Tevis’s.
Non è un caso che la serie stia riscontrando un enorme successo di pubblico e critica.
Ancora non siete sicuri se dedicare il vostro tempo a una serie sugli scacchi? Ecco sei motivi per farlo!

1. Non devi conoscere gli scacchi per guardarla

Gli scacchi non sono di certo visti come uno dei giochi di strategia più spassosi nel nuovo millennio, quindi è comprensibile non essere sicuri di voler iniziare una serie che ha questo tema al centro di ogni puntata.
Sebbene gli scacchi siano in effettivamente fondamentali ai fini della trama, non è necessario conoscerli o apprezzarli.
Nella serie, le competizioni alla quale partecipa la protagonista sono numerose e occupano una buona parte del minutaggio. Tuttavia non si ha mai la sensazione di guardare qualcosa di già visto. Ogni partita è avvincente e unica, anche se non avete la minima idea di come si muova un cavallo o della funzione della Regina nella partita.
Un’altra sensazione che si ha guardando Beth e gli altri personaggi muovere le pedine è quella di autenticità. Non a caso gli attori sono stati affiancati da esperti, giocando partite che hanno davvero fatto la storia nei millenio scorso.

2. Contesto storico

The Queen’s Gambit è ambientata tra gli anni ’50 e ’60 e il contesto storico statunitense è sapientemente rappresentato nel corso delle puntate.
La serie pone una particolare attenzione ai costumi, dagli abiti di Beth durante l’infanzia in orfanotrofio, fino all’età adolescenziale/adulta con un cambio di stile sempre più deciso, che segue la moda dell’epoca ma anche l’evoluzione del personaggio.
Anche la musica gioca un ruolo fondamentale in questo.
Nonostante il ruolo della donna nella società, in particolare quello di Beth in un mondo prevalentemente maschile, non sia mai marcato, alcuni accorgimenti ci danno un’idea precisa del contesto storico in cui ci troviamo.


3. Rappresentazione veritiera della dipendenza

Nel corso della serie la protagonista si ritrova a combattere contro la dipendenza da farmaci e alcolici.
La sua dipendenza, e successivamente (senza fare spoiler) quella di un altro personaggio della serie, sono state rappresentate con una particolare attenzione e cura dei dettagli.
Nonostante il tema ricorra spesso, ogni volta che Beth si rifugia nell’alcool o nelle pillole, non si ha mai la sensazione di rivedere la stessa scena ancora e ancora.
Ogni momento è unico, anche grazie al lavoro accurato dell’attrice protagonista e del regista che l’ha diretta.

4. Ottime interpretazioni

Oltre a una sceneggiatura eccezionale, gran parte del successo della serie si deve anche dalle ottime interpretazioni del cast.
Anya Taylor-Joy è la star della serie, non solo perché è la protagonista assoluta, ma anche perché riesce a portare sullo schermo il personaggio di Beth nelle diverse fasi della sua vita con una recitazione pulita e uno sguardo magnetico.
La trama si regge fortemente sull’interpretazione di Anya, ma è supportata da un cast di tutto rispetto, con Marielle Heller nel ruolo della mamma adottiva di Beth; Harry Melling come Beltik e Thomas Brodie-Sangster nei ruolo di Benny.

5. È semplicemente una bella serie!

Lo so, dire “guardate questa serie perché è bella” non è molto obiettivo, ma in questo caso voglio davvero invitarvi a dare una chance a The Queen’s Gambit.
Personalmente è entrata nella mia top 3 della serie più belle viste quest’anno.
Ho apprezzato la sceneggiatura, la cinematografia, le scelte della regia e le interpretazioni.
Non mi sarei aspettata che una serie con il tema degli scacchi potesse colpirmi tanto, eppure ci è riuscita.

Non me ne vogliano i chess-lovers, ma chi l’avrebbe mai detto che gli scacchi potessero essere così avvincenti?!



Non ho voluto scrivere una recensione come al solito, ma spero che questa lista vi sia piaciuta comunque. Potete trovare The Queen’s Gambit (in italiano La Regina degli Scacchi) su Netflix.

Game of Thrones

Game of Thrones: Il vallo di Adriano che ispirò La barriera

Qualche tempo fa vi avevo parlato degli eventi storici che hanno ispirato George R.RMartin nella stesura delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, in modo particolare della guerra delle due rose e della vera storia che ispirò le nozze rosse. Oggi ci soffermiamo invece su Il vallo di Adriano, da cui lo scrittore ha preso spunto per l’invenzione della barriera durante un viaggio in questo luogo.

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Il vallo di Adriano era un’imponente fortificazione in pietra (parte dei resti sono ancora visibili oggi) voluta dall’imperatore romano Adriano nel II secolo d.C. Aveva la funzione di segnare il confine che divideva la Britannia, sotto il controllo romano, dalla Caledonia, occupata dai Pitti.
L’intenzione era quella di fermare le incursioni dei Pitti da Nord, ma anche di mostrare l’imponenza dell’Impero Romano.

Oggi del Vallo di Adriano rimane ben poco, ma com’era al tempo dell’impero romano?
Immaginate un imponente muro alto circa 5 metri e largo tra i 2,5 e i 3 metri, con ben 80 fortini nei pressi delle porte, una ogni miglio romano. Tra ogni fortino vi erano oltre due torrette, utilizzate come punto di osservazione, e lungo tutto il muro un numero di forti ausiliari compresi tra 17 e 19. Si pensa che l’intero vallo impiegasse circa 9000 uomini, lungo i suoi 117 chilometri di lunghezza.

La Barriera di George R.R Martin è però molto più imponente di quella voluta da Adriano. Si estende infatti per 480 chilometri, arrivando a un’altezza compresa fra i 210 e i 270 metri di altezza, ed è costituita da blocchi di ghiaccio che arrivano a dieci metri di larghezza nella parte superiore. Lungo tutto il muro vi sono 19 castelli, dei quali però solo una parte è presidiata.

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“Era alta duecentocinquanta metri, il triplo del più alto dei castelli che proteggeva. Benjen Stark aveva detto che la sua sommità era larga abbastanza da permettere il passaggio di dodici uomini a cavallo, in armatura pesante e affiancati. Mastodontiche catapulte e ciclopiche gru di legno parevano montare di sentinella su di essa, simili a vestigia scheletriche di uccelli leggendari. E tra quegli scheletri, piccoli come formiche, camminavano gli uomini in nero.”

Il Vallo di Adriano nel corso degli anni fu più volte ristrutturato in seguito agli attacchi provenienti dal nord, per poi finire in disuso con la caduta dell’impero romano. Parte delle pietre usate per costruirlo furono riutilizzate per la costruzione di abitazioni nella zona.
Oggi il sito è partimonio dell’UNESCO.

Se volete approfondire la storia del Vallo di Adriano qui trovate alcune letture. Non dimenticate di lasciarmi un commento con le vostre impressioni!

[Per la stesura di questo articolo ho consultato il sito English Heritage e Il trono di spade wikia per le info dettagliate sulla barriera.]

Recensioni Serie Tv

Daniel Sloss: il comico che ha fatto finire migliaia di storie d’amore con il suo show su Netflix

Qualche giorno fa stavo guardando alcuni video YouTube, quando mi sono imbattuta in un’intervista al comico scozzese Daniel Sloss, durante un Late Show. Incuriosita dalle sue parole, ho guardato due dei suoi show di stand up comedy su Netflix: DARK e Jigsaw.

Daniel Sloss si esibisce in Europa e negli Stati Uniti con spettacoli dal vivo, durante i quale, per la durata di un’ora circa, affronta varie tematiche. Daniel Sloss non definisce il suo humor dark, anche se è esattamente come viene percepito dal pubblico. Il giovane ventinovenne parla infatti di alcune sue esperienze, come la morte della sorella o il rapporto con i suoi genitori.

Nel suo show non risparmia nessuno: obesi, vegani, persone religiose, pedofili…

La sua personalità e la leggerezza con cui parla di certe tematiche può infastidire alcuni spettatori, ma il più delle volte si limita a dire ad alta voce i pensieri che almeno una volta hanno attraversato la mente di ogni essere umano.

In Jigsaw parla di relazioni, portando sul palco il suo personale fallimento.

“Siete mai stati in una relazione dove vi siete sentiti in trappola, come se non poteste andarvene ed era semplicemente più facile restare?”dice, introducendo l’argomento.
“[…] Vi siete mai sorpresi a pensare quanto sarebbe più semplice la vita se l’altra persona semplicemente morisse?” dice poi. “E non perché vorreste davvero la sua morte, ma perché sarebbe la via di fuga più semplice per uscire dalla relazione. E nessuno dei due si farebbe del male… emotivamente.”

Le domande che Sloss pone al pubblico in breve tempo hanno fatto naufragare migliaia di relazioni (oltre 17mila a Gennaio 2019), che lui stesso documenta sui social.

Paragonando la vita a un puzzle, Sloss espone la sua teoria “Jigsaw”, dicendo che gli individui sono spinti dalla società a trovare qualcuno, perché “se non sei con qualcuno, sei spezzato. Se non sei con qualcuno sei incompleto. Se non sei con qualcuno non sei abbastanza.

Ciò porta le persone a pensare di essere sbagliate se non trovano l’anima gemella, anche se non sono pronte, anche se non hanno trovato il pezzo del puzzle che si incastri alla perfezione.

Forziamo questa persona nelle nostre vite, perché preferiamo avere qualcosa invece di non avere nulla. Poi, cinque anni dopo, siamo obbligati a guardare a quel puzzle che non riconosciamo nemmeno più.

Sloss conclude suggerendo al pubblico di trovare qualcosa che ci faccia stare bene e di rendere quel qualcosa il centro del nostro puzzle e tutto il resto si incastrerà alla perfezione.

Daniel Sloss ha una comicità unica, forse perché riesce a portare la sua quotidianità sul palco così com’è. Come ribadisce lui stesso, i suoi racconti non sono infarciti da dettagli inventati o da conclusioni create ad hoc. Daniel racconta la sua realtà e l’onestà nel comunicarla si percepisce.

Forse è anche questa chiave del suo successo..

Se siete persone permalose o temete per la vostra relazione, magari è meglio se evitate Daniel Sloss. Oppure no, e magari scoprirete che è la scelta migliore che potevate fare per voi stessi.

Voto: 5/5

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Game of Thrones

Il Trono di Spade: la vera storia che ispirò “Le nozze rosse”

George R.R Martin non ha mai fatto mistero di essersi ispirato ad alcuni eventi storici per la sua saga le Cronache del ghiaccio e del fuoco.
Oltre alle similitudini tra Il trono di spade e La guerra delle due rose, la saga ha anche preso ispirazione, per la stesura delle nozze rosse, a due eventi storici scozzesi: “The Black Dinner” e il Massacro di Glencoe.

The Black Dinner

Durante il Basso Medioevo il clan Douglas era uno dei più potenti della Scozia ed era visto come una sincera minaccia alla sicurezza nazionale. Nel 1440 Giacomo II di Scozia, che aveva solo dieci anni, invitò a cena William, conte di Douglas, e suo fratello David. Durante la cena ai fratelli venne servita una testa di toro, vista come presagio di morte.

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Dopo il pasto i Douglas vennero portati fuori dal castello di Edimburgo, dove furono processati come imbroglioni e decapitati. La cena fu in realtà organizzata da William Crichton, che in seguito alla loro morte venne ricompensato con una signoria. Quando il clan Douglas reagì alla morte dei fratelli mettendo il castello sotto assedio, Crichton lo restituì al Re.

[foto Stewart society – wikipedia Clan Douglas]

Il massacro di Glencoe

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Un altro evento al quale si è ispirato lo scrittore è il massacro di Glencoe, avvenuto nel 1692.
Questo evento ha segnato profondamente la storia del Paese e ancora oggi viene ricordato ogni anno.
Ma che cosa successe la fatidica notte del 13 febbraio?

Il clan MacDonald di Glencoe era riluttante a sottomettersi al nuovo sovrano d’Inghilterra Guglielmo III. Robert Campbell e 120 dei suoi uomini si fecero ospitare dal clan MacDonald con la scusa di riscuotere un tributo, nonostante i due clan fossero rivali da sempre. Il clan MacDonald ospitò Campbell e i suoi uomini per due settimane secondo la tradizione scozzese.

La notte tra il 12 e il 13 febbraio il capoclan dei MacDonald fu ucciso nel sonno, e con lui furono massacrati uomini, donne e bambini. I responsabili non furono mai puniti, l’ordine pare venisse infatti dallo stesso sovrano.
Questo evento è ancora ricordato per l’inaspettata violenza e le vite perse durante quella notte.

[foto Peter Jackson – fonte Glencoe: the story of the massacre]


Se volete approfondire il massacro di Glencoe vi segnalo il romanzo “La verità di Corrag“, che dedica un ampio spazio alla Scozia e a questo fatto storico.

“Scozia, 1692. In una cella buia e fredda una giovane donna, Corrag, sta aspettando che il suo destino si compia: tra pochi giorni sarà messa al rogo, accusata di essere una strega, responsabile del terribile massacro di Glencoe nel quale hanno trovato una morte orribile uomini, donne e bambini del clan MacDonald. Un episodio che interessa molto a Charles Lcslie, attivista politico irlandese, che vuole sfruttare la situazione di tumulto per ridare il trono al re James. Desideroso di ottenere informazioni, Leslie interroga Corrag e ascolta la sua verità e la sua storia: l’infanzia libera e selvaggia nelle brughiere con la madre guaritrice, l’amore per Alasdair MacDonald, il terribile giorno della strage, la fuga, la cattura. Un racconto destinato a mutare per sempre i destini dei protagonisti…”