Buona sera a tutti i lettori del blog!
Forse vi starete chiedendo: ancora la recensione di un film? Avete ragione, ma questa sera ho voluto fare un’altra eccezione per parlarvi del film più chiacchierato di questo periodo e che ho avuto la sfortuna di vedere ieri sera! Il gioco di parole del titolo è stato già più che abusato, ma riassume secondo me l’intera pellicola in una sola parola. Ma facciamo un po’ di ordine prima: [questo articolo conterrà spoiler, perciò vi consiglio di astenervi dalla lettura se non volete rovinarvi la visione, non che ci sia granché da rovinare comunque!]
50 sfumature di rosso è il terzo film tratto dalla saga erotica di E.L James, che vede Anastasia alle prese con la sua nuova vita accanto al bel miliardario Christian Grey. In questo terzo e ultimo capitolo, la vita di Anastasia subisce una svolta improvvisa con la notizia dell’arrivo di un figlio. Ebbene sì, tra una capatina nella stanza rossa e una sveltina in macchina, la bella Ana è rimasta incinta per la gioia del marito, che fugge tra le braccia della sua ex amante. Deve inoltre fare i conti con il suo ex capo psicopatico, Jack Hyde, che la tormenta arrivando a organizzare un rapimento.
Rapimento a parte, 50 sfumature di rosso è la rappresentazione di un matrimonio malato idealizzato in un’atmosfera pseudo romantica. La NOIA (tema ricorrente nell’intero film) subentra già dai primi minuti, nei quali ci vengono mostrate le nozze e fin troppi dettagli della luna di miele. Seguono una serie di inutili scene di vita coniugale, conditi da una serie di inutili scene di sesso. Non manca la gelosia possessiva di Christian Grey, che vuole imporre il proprio controllo sulla moglie, giustificata (“ovviamente”) dall’intenzione di proteggerla. Ma tutto è bene quel che finisce bene e così ogni litigio finisce immancabilmente in camera da letto (o sul sedile di un auto sportiva).
La grande novità del capitolo conclusivo è la svolta “thriller”, tra inseguimenti in macchina, stalking e rapimenti, che cercano di dare un po’ di pepe a una storia così piatta da rischiare seriamente il collasso in sala. Ritroviamo invece l’involontaria vena comica della sceneggiatura, che più di una volta mi ha strappato una risata di incredulità. Il momento clou lo si ha con un tributo ai momenti della coppia, una vera e propria panoramica sulle scene del primo film con tanto di musica pop in sottofondo (avete presente i video tributo su youtube? ecco, proprio quelli!)
Ma come finisce questa travagliata storia d’amore? Una villa pazzesca, soldi a palate, un matrimonio felice e ovviamente dei bambini! In conclusione 50 sfumature insegna allo spettatore che per trovare la felicità è sufficiente sposare un uomo miliardario e come per magia tutti i sogni diventeranno realtà!
Il mio voto per questo film è di 1 su 5.
E voi avete commesso lo stesso mio errore di spendere i soldi per il biglietto? Fatemi sapere nei commenti!
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