Dibattito

Amazon e l’eliminazione dei libri filonazisti dal proprio catalogo

Buongiorno lettori! Qualche tempo fa ho dovuto consegnare delle esercitazioni per il laboratorio di scrittura nel mio corso di laurea e ho pensato di postarne una qui. In questo breve scritto vi parlo di un argomento già trattato in passato sul blog, ma di cui non avevo ancora dato una mia opinione.
Ho approfittato dell’esercizio assegnatomi per riprendere e approfondire l’argomento.

Amazon e l’eliminazione dei libri filonazisti dal proprio catalogo

Negli ultimi mesi, il colosso della vendita online Amazon ha tolto dal proprio e-commerce migliaia di libri di autori filonazisti.

Un imprenditore privato deve poter decidere quali prodotti tenere nel proprio catalogo. Includere libri che promuovano un’ideologia così differente dall’immagine dell’azienda sarebbe controproducente e la danneggerebbe.

Diversa è però la vendita di volumi storici, come il libro Mein Kampf di Hitler.
Il titolo in questione, per quanto sconcertante, è un importante documento storico, utilizzato ancora oggi nelle scuole per raccontare le atrocità del periodo nazista. Vietarne la vendita equivarrebbe all’ammissione che il libro non sia mai esistito.

Il Mein Kampf, nelle versioni disponibili in Italia, è corredato da prefazioni, postfazioni e note. L’edizione della casa editrice Kaos ha una postfazione curata dal presidente dell’Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti. Viene dunque considerato un documento storico e analizzato come tale.
La storia deve essere trasmessa integralmente, senza censure.

I recenti volumi di propaganda nazista, invece, non possono essere considerati documenti storici.
Nel mondo, i filonazisti, seppur in numero ridotti, sono ancora presenti e qualsiasi opera che inneggia a un partito fondato sull’odio e il razzismo dovrebbe avere una vetrina ridotta, o non averla affatto. La storia non deve ripetersi.
Negli Stati Uniti, le sette violente sono un problema diffuso, che le autorità cercano di contrastare da tempo.
Limitare la vendita di libri nati per trasmettere queste malsane ideologie potrebbe aiutare a fermare la sua diffusione.

Decidere di rimuovere libri filonazisti dalla propria vetrina è una decisione che rimane all’imprenditore, che può decidere quali prodotti vendere al dettaglio e quali abolire.
L’immagine di un’azienda è fondamentale per il successo della stessa.
In una società che non perdona passi falsi e dà un’estrema importanza all’apparenza, non può essere messa in discussione la scelta di allontanarsi da contenuti ricchi di odio e razzismo.
Nel caso di Jeff Bezos, fondatore di Amazon, la figura pubblica è strettamente associata al business da lui creato, pertanto la sua è una scelta comprensibile. 

La libertà di vendita, nei termini sopracitati è un diritto del venditore. Scegliere di mantenere il Mein Kampf per ragioni storiche o abolire libri di ex membri del KKK sono decisioni di un imprenditore che non possono essere contestate. La decisione finale spetta solo a lui.

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Dibattito

Il Dibattito: quando uno scrittore ha ideologie diverse dalle tue / Il caso J.K Rowling

In questi giorni ha fatto molto discutere una posizione presa da J.K. Rowling, che si è espressa in merito alla vicenda di Maya Forstater.

La scrittrice è nota per prendere posizioni politiche di frequente sui propri social network, in particolare Twitter. È qui che si è scatenata la polemica, quando La Rowling si è schierata in favore di Maya.

Per chi non fosse a conoscenza della vicenda, Maya Forstater è stata licenziata dal suo lavoro come ricercatrice a Londra, (non le è stato rinnovato il contratto) in seguito ad alcuni tweet transfobici. Secondo la Forstater le donne trans non possono di fatto definirsi tali in quanto biologicamente sono nate uomini (e viceversa.) La ricercatrice ha portato in causa i suoi datori di lavoro per licenziamento ingiustificato.

La scrittrice inglese J.K Rowling ha pubblicato il seguente tweet:

Vestiti come ti pare.
Fatti chiamare come vuoi.
Vai a letto con chiunque sia un adulto consenziente e che ti desideri.
Vivi la miglior vita possibile in pace e sicurezza.
Ma si può davvero licenziare una donna per aver detto che il sesso è reale?

#IostoconMaya #Questanonèunesercitazione

La comunità LGBTQ+ si è scagliata contro la scrittrice, definendola TERF (una femminista che esclude le persone transessuali). Già in passato, la Rowling era stata al centro di polemiche per aver “messo mi piace” a un tweet che definiva le donne trans “uomini in gonnella”. (Fonte Guardian)

Questa vicenda mi ha portata a riflettere sulla questione autore/libro e oggi voglio porvi una domanda:

Riuscite a separare l’autore da un libro? O se quell’autore ha idee politiche (o quant’altro) diverse dalle vostre lo lasciate perdere a prescindere?

Tornando alla questione della Rowling, non ero a conoscenza del “mi piace incriminato” e devo essere sincera, se la scrittrice supportasse davvero le ideologie di Maya Forstater, ne sarei delusa.

Questo significa che smetterò di amare e leggere le sue opere? Assolutamente no. Continuerò ad apprezzare il suo talento, perché non ho mai trovato transfobia nei suoi scritti.

Sarebbe diverso se ciò cambiasse in futuro…

E voi che cosa ne pensate? Vi aspetto nei commenti!

Dibattito

Il Dibattito: quanto e come lasciarsi influenzare dalle recensioni altrui?

Buonasera lettori! Oggi voglio tornare con un altro appuntamento della mia nuova rubrica Il Dibattito, che vede voi che mi seguite direttamente coinvolti nella sezione dei commenti. Oggi parliamo di recensioni, un argomento che mi riguarda da vicino. La domanda che voglio farvi è la seguente: in che misura una recensione dovrebbe influenzare chi la legge?

Viviamo in una società che invita il più possibile il consumatore a offrire la propria opinione agli altri. Che si tratti di un prodotto acquistato o di un film visto al cinema, internet è colmo di recensioni, che hanno un forte impatto su chi le legge.

L’opinione delle persone ha un peso e influenza i consumatori. Un prodotto può raggiungere una popolarità importante per merito di una recensione o al contrario può esserne colpito negativamente.

Ma quanto può essere attendibile una recensione? In che misura posso fidarmi dell’opinione di uno sconosciuto?

Personalmente quando leggo una recensione cerco sempre di analizzare alcuni aspetti e determinare se può influire o meno nella mia decisione di acquistare quel prodotto/servizio.

  • Chi l’ha scritta?

Essendo parte ormai da diversi anni del mondo del blogging, ho imparato a conoscere i gusti dei principali “colleghi” che seguo. Quando leggo una loro opinione su un libro, film o quant’altro, sono più portata a “fidarmi” di blogger che hanno gusti simili ai miei.

Con ciò non intendo dare meno valore agli altri, ma semplicemente voglio intendere che ogni individuo ha gusti differenti e non sempre le opinioni degli altri rispecchiano le nostre.

  • È obiettiva?

Un altro aspetto che non voglio sottovalutare è l’obiettività. Con una lettura attenta è possibile notare se un recensore è obiettivo o se la sua opinione è influenzata da qualcosa o qualcuno. (Un attore che non sopporta, un amico che ha scritto il libro ecc…)

  • Di che genere è?

[Questo punto è riconducibile al primo.]

Di norma tendo a valutare di più le opinioni di blog che so essere specializzati in un determinato genere. Questo perché hanno una conoscenza più vasta dell’argomento e altri prodotti simili da mettere a confronto.

Infine tendo anche a controllare se la recensione che sto leggendo, se estremamente positiva o negativa, è l’unica o se è in linea con la massa dei consumatori.


Questi sono gli aspetti che cerco di analizzare quando leggo una recensione, ma sono curiosa di sapere che cosa ne pensate voi.

P.s: qualche tempo fa ho letto un articolo interessante sull’argomento, ma non sono più riuscita a trovarlo. Se sei il blogger che ne ha parlato, per favore lascia un commento qui sotto!

Dibattito

Il Dibattito: è possibile scrivere di luoghi mai visitati?

Buongiorno lettori!

Oggi voglio portare sul blog un nuovo format: Il Dibattito. L’idea è quella di creare uno scambio di opinioni qui e sui social, parlando ogni volta di un argomento diverso. La domanda che vi pongo oggi è la seguente: è possibile scrivere nel dettaglio di luoghi mai visitati davvero?

Qualche tempo fa mi sono imbattuta in un commento su Facebook; una persona sosteneva che è impossibile scrivere di luoghi mai visitati davvero e che uno scrittore dovrebbe concentrarsi su un’ambientazione che conosce, possibilmente italiana.

Ciò non riguarda la categoria degli universi fantasy, ma la narrazione di una storia che avviene in un luogo reale.

Io credo che scrivere di luoghi mai visitati non sia poi molto diverso da ambientare la propria storia in un’epoca passata. Entrambi i casi richiedono un’intensa ricerca, ma non sono impossibili.

Lo ha fatto Daniel Dafoe con Robinson Crusoe, romanzo di avventura ambientato in diversi luoghi del mondo come Africa e Portogallo; o Salgari con le sue numerose opere ambientate tra le Bermuda e le Antille.

Personalmente ho scritto in passato di luoghi mai visitati, come nel mio romanzo scritto a quattro mani, dove io e la co-autrice del libro abbiamo ambientato una parte del libro negli Stati Uniti.

Ovviamente non intendo paragonarmi a nessuno scrittore, ma vorrei condividere alcuni consigli basati sulla mia esperienza, che mi sono stati utili in passato:

  • Lavorate per immagini

Nella stesura delle scene ambientate negli Stati Uniti abbiamo utilizzato Google Earth, Street View e Google immagini per studiare il territorio. È importante informarsi sulla flora e la fauna del luogo che avete intenzione di descrivere.

  • Valutate le distanze

Google Maps è un ottimo strumento per tracciare le distanze e creare una veridicità agli spostamenti dei vostri personaggi da un luogo all’altro.

  • Informatevi su usi e costumi del luogo

Se descrivete un popolo che non conoscete è fondamentale che vi informiate sugli usi e costumi del luogo. Ad esempio: un personaggio che abita negli Stati Uniti difficilmente avrà le stesse abitudini di un personaggio che vive in Italia. Queste abitudini possono riguardare il cibo, il linguaggio, l’abbigliamento, la fisionomia, l’istruzione scolastica ecc…

E voi ritenete sia possibile descrivere un luogo che non si è mai visitato? Vi aspetto nei commenti!