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Il Merlo e il Corvo. I racconti di Foce di Quinsia: intervista all’autore

Buona domenica cari lettori! Oggi torno con un’intervista, questa volta a Federico Foria, autore del romanzo fantasy Il Merlo e il Corvo.

Buongiorno Federico, Benvenuto sul blog Il Lettore Curioso. Presentati ai lettori che ancora non ti conoscono!

Salve a tutti, per chi non mi conoscesse, sono Federico. Vi presento oggi Il Merlo e il Corvo – I racconti di Foce di Quinsia. Sono uno scrittore nuovo nel panorama italiano, precedentemente mi sono dedicato alla musica con il progetto di elettronica An Electronic Hero, prima ancora ad altri progetti associativi per la promozione di musicisti emergenti e la rivalorizzazione della cultura locale della mia città (ndr Pomigliano d’Arco, Napoli).
Sono un ingegnere geotecnico nel campo principalmente delle infrastrutture e lavoro in prima linea per la risoluzione di molti dei problemi che negli ultimi tempi sentiamo con più risonanza mediatica. Amante delle arti in tutte le sue forme, appassionato incredibilmente del mio lavoro e attivo per la difesa dell’ambiente e del territorio.
Grazie per ospitarmi sul vostro blog, è un piacere condividere aspetti di Il Merlo e il Corvo e del suo processo creativo insieme ai vostri lettori.

Oggi sei qui per presentarci il tuo nuovo romanzo “Il Merlo e il Corvo”. Com’è nato e di che cosa parla?

La storia de Il Merlo e il Corvo doveva essere destinata ad un videogioco di genere visual novel. La potremmo definire come una avventura interattiva in cui il giocatore vive una esperienza immersiva in un ambiente molto dettagliato e può effettuare alcune decisioni che influenzano la trama del gioco. La caratterizzazione dei personaggi principali, la città di Foce di Quinsia e i blocchi principali della trama, sono eredità di quel lavoro, ma il libro ha preso connotazioni uniche e originali pagina dopo pagina.
La trama racconta di Alfredo Panico, 23 anni, che lavora part-time nell’agenzia investigativa di famiglia: la No Panic. Il ragazzo e il padre Giancarlo sono chiamati da un misterioso cliente a ritrovare la sua vecchia amante, Matilde, e la figlia Magda. Il viaggio li porta in un paesino all’interno di una vallata dell’Italia nord occidentale, Foce di Quinsia. Alfredo conosce Magda, ragazza timida, ma piena di carattere e forza interiore. Da qui in poi cominciano gli eventi, la storia che ritorna, i tranelli, gli enigmi disseminati e la suspence incalzante fino alla fine per la lotta dei due ragazzi contro il destino. Il resto sta a voi scoprirlo.

Il libro è ambientato nella Valle di Quinsia, una zona fittizia nell’Italia nord occidentale. Come hai costruito l’ambientazione? Ti va di parlarcene più nel dettaglio?

Mi è sempre piaciuto l’idea di dare i natali ad una città che dovesse avere caratteri di veridicità. Molte persone si sono ritrovate a cercare Foce di Quinsia su Wikipedia o su Google Maps, e questo rende giustizia alla grande fase di studio necessaria a collocare temporalmente e spazialmente ogni tassello di un borgo e della sua storia. L’idea della Valle di Quinsia è un tributo ai miei sopralluoghi nelle vallate del nord Italia, che mi hanno fatto apprezzare una bellezza diversa da quelle delle mie terre natie (ndr Pomigliano d’Arco,
Napoli), anche se troppo amena per me.
Foce di Quinsia rappresenta per certi versi il viaggio della mia vita fino ad oggi. Alfredo Panico deve lasciare Napoli per una missione che lo spinge in un luogo ignoto e di cui si hanno poche notizie. Da quel momento comincia una avventura fantastica e maledetta.

Alfredo e Magda sono due dei personaggi del tuo libro. Come li descriveresti?

Alfredo e Magda sono la personificazione dell’umanità, dei suoi valori, della sua forza e delle sue debolezze.
Si appartengono, sono complementari e allo stesso tempo fusi nella lotta sia interiore sia con il mondo esterno, in tutta la loro umanità, a volte razionale, a volte folle, che passa dal successo al fallimento in un istante e viceversa, con sentimenti di amore tenero e puro, ma anche odio e rimorso.
Alfredo e Magda sono Sherlock e Watson, Romeo e Giulietta, Taki e Mitsuha (ndr dal film Your name). Hanno la forza umana e dignitosa di una Pietà e la tenerezza del Bacio (ndr Bacio di Hayez).

Il Merlo e il Corvo coniuga il genere thriller e il fantasy con sfumature horror. C’è qualche libro o autore appartenente a questi generi al quale ti senti particolarmente vicino?

Potrebbe sembrare strano, ma i miei autori di riferimento vengono da generi molti distanti da quello di Il Merlo e il Corvo. Uno dei miei scrittori contemporanei preferiti è John Grisham, noto per trattare tematiche giurisprudenziali con trame avvincenti. Mi sento molto vicino al suo stile scorrevole e alla capacità di intrecciare tecnica, narrativa e romance. Mi piace anche Haruki Murakawa, ammiro molto l’alternanza di realtà e fantasy e la scorrevolezza di alcuni suoi romanzi. Dovendo scorrere il tempo, invece, non avrei dubbi su George Orwell.

Grazie per aver risposto alle mie domande. Salutaci con un tuo pensiero o una citazione dal tuo libro.

Vi aspetto sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/iraccontidiFocediQuinsia per tutti gli aggiornamenti e le curiosità su Il Merlo e il Corvo.
Vi lascio con una citazione di Alfredo “E così, alla fine del tempo, l’uomo rimarrà l’unico demone di sé e non potrà più incolpare nessun altro delle sue atrocità. Quel tempo verrà, ne sono sicuro”.


Se siete interessati potete acquistare il libro su Amazon e in tutti gli store online.

2 pensieri su “Il Merlo e il Corvo. I racconti di Foce di Quinsia: intervista all’autore”

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