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Sul lato oscuro della luna: intervista a Francesca Masante [narrativa LGBTQ+]

Oggi sul blog voglio presentarvi Sul lato oscuro della luna, un romanzo di Francesca Masante, con la quale ho avuto occasione di scambiare qualche chiacchiera. Scopriamolo subito insieme!

Buongiorno Francesca. Ti ho invitata sul blog per parlare del tuo libro “Sul lato oscuro della luna”. Ma prima ti chiedo di presentarti ai lettori che ancora non ti conoscono.

Il mio nome è Francesca Masante e sono nata e vivo a Torino. Nel 2006 ho pubblicato il volume di poesie “Un desiderio di pane e di spirito”; nel 2010 il romanzo “Altrove” (Paola Caramella Editrice), che è stato presentato con successo al Salone del Libro di Torino e ha ottenuto favorevoli riscontri presso la critica e i lettori. “Sul lato oscuro della luna” (Paola Caramella Editrice) è il mio secondo romanzo, giunto oggi alla seconda edizione, cui sono seguiti nel 2015 il racconto “Oltre”, inserito nell’Antologia “Oltre l’Arcobaleno – Vol. I” (Ed. Amarganta) e nel 2018 il racconto “La conchiglia”, inserito nell’Antologia “Oltre l’Arcobaleno – Vol. III” (Ed. Amarganta) e il saggio “La visione dell’ineffabile. Le cinque autobiografie di eronica Giuliani” (Paola Caramella Editrice).

Di che cosa parla Sul lato oscuro della luna e com’è nato?

Sul lato oscuro della luna racconta un anno della vita di un adolescente di nome Giulio e degli eventi che segneranno la sua crescita. Un “gesto criminale”, l’esperienza di volontariato coatto in un canile, l’incontro e il rapporto intenso con un pitt-bull da combattimento e la scoperta della sua omosessualità. Il personaggio di Giulio ha una genesi lunga e complessa, inizialmente slegata dalla forma definitiva poi assunta nel romanzo.
Avevo scritto in epoca universitaria un frammento di romanzo corale con più protagonisti che interagivano tra loro e uno di loro era un ragazzo con caratteristiche molto simili a quelle di Giulio e che nel corso della storia si rivelava omosessuale. Da questa bozza, in anni successivi, è nato Sul lato oscuro della luna nella sua forma definitiva.

Il protagonista del tuo libro è Giulio, un adolescente alla ricerca di se stesso. Come lo descriveresti e qual è la qualità che ammiri di più in lui?

Giulio è un adolescente dei suoi tempi, complicato, in cui si sommano aspetti positivi e negativi. Su tutto però emerge la sua ansia di verità e il suo desiderio di sperimentare con coraggio i vari aspetti della sua personalità, tracciati e delineati nell’arco dell’intero romanzo.

Hai ambientato il romanzo in Italia, tra Torino e Roma, ma non solo. Quanto è importante per te l’ambientazione in un libro?

Ho sempre ambientato i miei scritti in luoghi conosciuti e a me familiari, perché ritengo sia importante al fine di far muovere i personaggi al loro interno con disinvoltura e sicurezza. La Torino che emerge dai miei romanzi è riconducibile ai giorni nostri, ma per molti aspetti è al di fuori delle coordinate di spazio e di tempo.
È una dimensione narrativa che partecipa delle vicende dei protagonisti come un personaggio ulteriore.

Giugno è stato il mese del pride. C’è qualche libro con personaggi LGBTQ+ al quale ti senti particolarmente legata e che vorresti consigliare ai lettori del blog?

Personalmente ho amato molto i libri di David Leavitt come “Ballo di famiglia” e “La lingua perduta delle gru”, di Pier Vittorio Tondelli come “Camere separate” e “Altri libertini” e di Edmund White come “Un giovane americano” e “La bella stanza è vuota”.

L’Italia si sta aprendo sempre di più alla comunità LGBTQ+ ma ha ancora tanta strada da fare. Com’è stato accolto il tuo romanzo in riferimento all’omosessualità del protagonista?

La mia esperienza è stata favorevole, anche da parte di persone esterne alla comunità. Il romanzo è stato scelto come lettura di classe al Liceo Classico Gioberti di Torino, cui è seguito un incontro e un dibattito con gli alunni a cui ho personalmente partecipato. Ho notato in quella occasione una partecipazione curiosa e attenta da parte dei giovani, ma anche degli insegnanti, per cui posso sostenere di avere avuto un’attenzione sul mio romanzo ampia e aperta.

Nel tuo libro affronti temi importanti, come la religione. Come ti sei approcciata a questa particolare e dibattuta tematica e come sei riuscita a integrarla nel libro?

Per me la religione è parte integrante del mio percorso di vita e anche di studio, avendo frequentato la facoltà di Teologia, oltre la laurea in Lettere moderne. Quindi è per me naturale e fisiologico affrontare queste tematiche. Nel romanzo metto in evidenza una contrapposizione molto chiara tra la fede superficiale ed esibita di alcuni protagonisti e il sentimento di Dio che sperimenta Giulio nell’ultima fase del romanzo ambientata a Roma durante i giorni dell’agonia di Papa Giovanni Paolo II. Giulio si definisce non credente ma non ha paura di esprimere la dimensione del dubbio e vive un’esperienza emotivamente forte che non si risolve in un’improbabile conversione ma piuttosto in consapevolezza e accettazione di sè, anche in riferimento alla propria sessualità.

Nel libro si parla anche del rapporto tra uomo e animale. C’è qualche amico a quattro zampe nella tua vita?

Di amici a 4 zampe ce n’è più di qualcuno nella mia vita. Oggi sono “solo” 4, due cani e due gatti, ma tanti altri sono stati quelli che hanno attraverso con me la vita sin dalla nascita. Non è un caso che parte dei proventi del romanzo li abbia devoluti a canili della Cintura di Torino, perché sento molto affine la lotta contro maltrattamenti, vivisezione e combattimenti clandestini come quelli a cui è stato costretto Tai, il pitt-bull co- protagonista del romanzo.

Ti ringrazio per aver risposto alle mie domande e ti chiedo di salutarci con una citazione dal libro, un pensiero o qualsiasi cosa ti passi per la mente.

“Il problema è che tu fai una questione di stato di una cosa che non è così importante… Se ti dico che mi piacciono i ragazzi piuttosto che le ragazze o viceversa, cosa cambia? Divento un’altra persona per te? Io sono sempre io. Tu pensi troppo a classificare e a definire le cose.”
“Io penso solo che avere il coraggio di definirsi in maniera chiara e decisiva sia un passo fondamentale verso la verità.”
“Io penso invece che non ci sia niente di chiaro e definitivo nella verità. Non sono alla ricerca di una definizione.”
“E di che cosa allora?”
“Di me stesso. Solo di me stesso”.


SINOSSI

Giulio abita a Torino a casa della nonna materna, ha quindici anni e frequenta il liceo scientifico. Secondo sua nonna “deve necessariamente diventare un uomo libero” perché è nato nel 1989, anno della caduta del muro di Berlino. Peccato che la nonna, amatissima, si sia ammalata e che Giulio sia stato costretto ad andare a vivere con la madre, il suo secondo marito e la sua famiglia, presso i quali si sente poco più che un estraneo. Tra cattive compagnie, gesti assurdamente feroci, ed esasperata ribellione, Giulio deve imparare a superare “… i suoi silenzi, le sue arie da finto duro e l’assurda determinazione di tenersi per sé ogni più piccolo segreto e di non farsi raggiungere mai”.Un periodo di lavoro volontario in un canile, l’amicizia forte di due compagni di scuola con cui intraprenderà un memorabile viaggio a Roma nei giorni dell’agonia di Giovanni Paolo II, e soprattutto il rapporto con Tai, un cane di razza pit-bull, reduce da un’allucinante vita di combattimenti clandestini, lo aiuteranno a crescere e a maturare.Al canile Giulio incontra anche Chris, un giovane studente universitario, che si occupa del recupero e della rieducazione dei cani traumatizzati. Bello, ironico ed enigmatico, con lui Giulio affronta e vive i primi turbamenti sentimentali e prende coscienza della sua omosessualità.

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