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Hollywood: recensione flash della nuova serie tv di Netflix

In questo periodo di quarantena una delle nuove proposte di Netflix è una miniserie ambientata nella Hollywood del secondo dopo guerra.
Hollywood ha la firma di Ryan Murphy, già conosciuto per titoli come Glee e American Crime Story.

Jack Castello è un aspirante attore, appena arrivato a Hollywood per inseguire il proprio sogno ma scopre che, per ottenere un ruolo per la casa di produzione Ace Studio, deve “scendere a dei compromessi”.
Jack introduce lo spettatore nell’età d’oro di Hollywood, abbattendo la sua immagine patinata e rivelando un mondo intriso di razzismo, maschilismo e favoritismi sessuali. Attorno alla corsa al successo del ragazzo, si intrecciano le storie di diversi personaggi che hanno l’obiettivo comune di realizzare un film sulla vita di Peg Entwistle.

Qualche anno fa sarebbe stato impensabile realizzare una serie tv con temi così scottanti, ma in un mondo post-Weinstein, la televisione e la cinematografia si stanno muovendo in una direzione diversa.
L’obiettivo di Ryan Murphy è ammirevole e non ha paura di mostrarci una realtà che per decenni è rimasta ben celata dagli addetti ai lavori. Lo fa ispirandosi a persone realmente esistite, romanzandole e inserendole in una trama originale.
Murphy cita le linee guida del codice Hays, illustra la difficoltà delle persone di colore ad entrare nel mondo del cinema e i favoritismi che muovono gli ingranaggi di Hollywood, ma cambia direzione nella seconda metà della stagione.
Nelle ultime puntate abbandona la sensazione di storicità che aveva così sapientemente creato, per regalare allo spettatore una bozza di lieto fine che contrasta con tutto ciò che è stato raccontato fin’ora.


Ho trovato il cast azzeccato, ma fin troppo dispersivo. Meno personaggi avrebbero permesso ai più interessanti di spiccare e avere una maggiore caratterizzazione.
Avrei mantenuto Jack Castello come protagonista e raccontato la vicenda dal suo punto di vista.
Nonostante i problemi sopracitati, mi sento di consigliare questa serie per farsi un’idea della Hollywood del periodo (almeno nella prima parte).



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