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Lettera al Re: recensione flash della nuova serie fantasy Netflix

Buonasera cari lettori! Oggi voglio parlarvi di una serie uscita di recente su Netflix: Lettera al Re, basata su un romanzo della scrittrice olandese Tonke Dragt.

Trama

Tiuri, un giovane aspirante cavaliere di sedici anni, nonostante non abbia grandi doti fisiche, riesce ad arrivare al novizio, che gli permetterà di diventare cavaliere a tutti gli effetti. Durante l’ultima prova assiste all’uccisione di un cavaliere nero, che in punto di morte gli consegna una lettera urgente per il Re di Unauwen.
Tiuri deve affrontare un pericoloso viaggio prima che sia troppo tardi, in compagnia di una truffatrice e seguito dai suoi compagni cavalieri…

La mia opinione

Lettera al re si pone come un fantasy abbastanza classico: un eroe e un gruppo di amici in viaggio; una profezia che incombe sul protagonista e un antagonista che minaccia di conquistare il mondo distruggendo ogni cosa.
È anche il caso di questa serie tv, che in sei puntate non riesce a mostrare nulla di innovativo, ma riesce tutto sommato a intrattenere lo spettatore.
La prima metà scorre più lentamente, per poi racchiudere gli eventi salienti nell’ultimo episodio. Avrei preferito un maggiore approfondimento sul finale, ma negli ultimi tempi Netflix sembra preferire la modalità di presentare una prima stagione breve, nell’eventualità di una cancellazione.
A mio parere aggiungere qualche puntata in più avrebbe potuto giovare alla serie e permetterle di approfondire alcuni aspetti un po’ trascurati, come l’aspetto magico della storia o lo scopo dell’antagonista.
Lettera al Re riesce comunque a cavarsela con un paio di colpi di scena ben assestati, che riescono a velocizzare la trama proprio quando sembrava essersi arenata.

Nonostante le location mozzafiato (lo show è stato girato in Nuova Zelanda e a Praga), le immagini si scontrano con alcuni effetti speciali non eccelsi.
In generale la trama è dimenticabile e i personaggi non sono nulla di eclatante, ma rimane comunque uno show piacevole da guardare.
È adatto anche agli adulti, ma penso potrebbe essere più apprezzato dalla fascia pre adolescenziale – adolescenziale.

Voto: 3/5

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