Da quando ho iniziato il corso di Linguistica Italiana all’università, (Indirizzo Letteratura, Arte, Musica e Spettacolo) mi sono resa conto di quanto il mio linguaggio sia stato influenzato dal contesto sociale dal quale provengo.
La lingua varia infatti in funzione di tempo, spazio, contesto, funzione d’uso e infine stratificazione sociale. Oggi voglio concentrarmi su quest’ultima variazione.
Diversi anni fa, mia sorella raccontò che la professoressa della sua università le aveva detto che dal suo linguaggio traspariva il contesto sociale umile dal quale proveniva. All’epoca ricordo che quel commento mi aveva infastidita, ma oggi, con una riflessione più attenta riesco a comprenderlo.
Sono cresciuta in una famiglia di istruzione modesta, in un piccolo paesino dell’appennino nel quale si parlava (all’epoca più di adesso) per gran parte il dialetto.
La mia è inoltre una famiglia bilingue e quando ero bambina mia madre si dava un gran da fare per imparare la grammatica italiana dai nostri libri di testo scolastici (diventando peraltro molto più brava di molti italiani), ma per gran parte della mia infanzia ho parlato soprattutto olandese a casa.
Il resto dei miei conoscenti e della famiglia di mio padre si esprimeva soprattutto con il dialetto locale o con un linguaggio popolare. Crescendo in un contesto nel quale il livello linguistico era ben ripartito nelle persone che mi circondavano, non mi sono mai resa conto delle carenze che mi mancavano. Non c’erano nette distinzioni tra classi.
È stata l’istruzione scolastica e il mio successivo interesse per il mondo della letteratura a plasmare la mia lingua e a farla evolvere.
Quando ho iniziato ad avvicinarmi alla letteratura, mi sono resa conto di quanto la lingua che usiamo per esprimerci mostri il contesto sociale dal quale proveniamo. Mi sono resa conto, all’improvviso, che c’erano persone che scrivevano in modo più istruito del mio, che utilizzavano parole che non conoscevo e, senza rendermene conto, anche io ho iniziato ad assorbire quella conoscenza. E continuo a farlo oggi.
Ogni giorno il mio livello di istruzione cresce perché mi affido all’apprendimento, mi lascio muovere dalla curiosità e dalla voglia di imparare.
Leggo, studio, scrivo, fallisco e ci riprovo. E intanto cresco.
L’istruzione è il modo che abbiamo per evolverci, determina chi siamo, chi eravamo, è il segno del nostro passaggio.
Il contesto ci influenza sempre, linguaggio compreso e sta a ognuno di noi cercare di progredire o migliorare, anche se non sempre un linguaggio forbito è migliore: dipende sempre da come e con chi lo si usa.
Io, ad esempio, ho fatto un lavoraccio per semplificare tante parole o costruzioni sintattiche nel libro che ho scritto, dato che, nella prima stesura, molti passaggi risultavano di difficile lettura, diminuendo perciò la scorrevolezza del racconto.
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In effetti è difficile anche adattare il proprio linguaggio a una tipologia diversa di lettore!
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intanto tu sei poliglotta e la tua prof probabilmente no.
cmq, mi fai ricordare mio nonno, che non ha mai insegnato il dialetto alle sue figlie: aveva sempre parlato dialetto fino a quando andò al liceo scientifico; inutile dire che della classe era l’unico che non riusciva a parlare italiano correttamente e l’umiliazione l’ha segnato tanto che mia mamma nn lo sa parlare e io ormai visto che non lo parliamo mai in casa quasi non lo capisco
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Purtroppo in molte parti d’Italia alcuni dialetti stanno scomparendo. Un grande peccato.
Io quello della mia zona lo capisco ma faccio fatica a parlarlo
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Mi hai riportato alla mente il corso di Linguistica (l’indirizzo è simile al mio, vuoi vedere che stai frequentando la mia ex università?)!
È vero, il contesto sociale influenza (e tanto) il proprio modo di parlare, me ne accorgo specialmente quando sono costretta a modificare delle espressioni perché altrimenti il mio interlocutore non mi capisce!
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Frequento Ecampus! Hai fatto la stessa?😊
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Naaa, Università degli Studi di Urbino.
Però le materie sono simili!
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Io sono nel centro storico di una piccola città di provincia, la mia famiglia era povera, però mamma era stata in collegio sino a 20 anni, senza mai uscire, ed aveva compiuto tutti gli studi, quando ne uscì non capiva il dialetto che parlava mio padre che dovette adeguarsi e parlare in italiano soltanto. Confermo che il contesto sociale conta tantissimo.
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Ho amato e stra-amato tutti gli esami di linguistica e glottologia dell’università. Niente è più affascinante del linguaggio e della realtà in cui le parole si muovono. Bello bello bello!
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Vero! È una materia super interessante!
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Anche io avevo linguistica tra gli esami del mio corso e, anche se non sopportavo la docente, ho imparato molte cose interessanti.
La lettura aiuta moltissimo a migliorare il proprio modo di esprimersi, lo si vedeva chiaramente anche a scuola nei temi tra i ragazzi che leggevano quotidianamente e quelli che non prendevano un libro in mano neanche morti.
Però vuoi mettere essere nato e cresciuto bilingue? Non sai cosa darei io perché fosse capitata a me una situazione del genere!
Anche una mia carissima amica è bilingue olandese 😊
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In effetti mi considero molto fortunata. sono orgogliosissima delle mie origini 🙂
Hai ragione, la lettura influenza tantissimo la scrittura 🙂
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Il linguaggio dice tantissimo di noi e forse anche un po’ della nostra storia. Diventare consapevoli del linguaggio che usiamo ci aiuta a conoscere meglio noi stessu e la società/il contesto sociale nel quale viviamo. È meraviglioso che si possano imparare sempre cose nuove e cambiare di conseguenza!
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D’accordo al 100% con te 😊
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