Musica

Ho preso un volo per incontrare il mio gruppo preferito ed è stato incredibile

Quando sette mesi fa sono uscite le date del nuovo tour inglese del gruppo Amber Run, non ho esitato. Dovevo andare.

E così ho prenotato il volo e mi sono accaparrata i biglietti per due dei loro show, quello di apertura a Manchester e quello nella città dove hanno vissuto: Nottingham.

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SO FUCKING GOOD TO BE BACK IN NOTTS. LOVE U XX

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È proprio questo show che ricorderò come il più coinvolgente al quale abbia mai assistito e mai avrei pensato che potesse superare la performance energica del concerto di Manchester la sera prima.

Amber Run hanno dato il loro meglio nel club Rock City, nel cuore di Nottingham. E parlandoci, ho capito che è la data che hanno atteso con più frenesia. Tornare a casa è sempre emozionante.

La scaletta che hanno portato sul palco è un giusto mix dei loro tre album, con una canzone dall’EP uscito lo scorso anno, Amen, dedicata al nonno di Joe, il cantante del gruppo. Con Amen lo show abbandona per un attimo le canzoni energiche, con chitarra e batteria, per focalizzarsi sulla voce di Joe. Il momento, definito dal cantante come quello più depressivo della scaletta, continua con 5am, uno dei capisaldi del loro primo album.

Da Philophobia invece, uscito poco più di una settimana fa, il gruppo si è esibito con Neon Circus (che ha aperto il concerto), No one gets out Alive, Affection, Carousel, What could be As lonely As love e Darkness has a voice.

Immancabile la canzone che ha dato vita a tutto, Noah, cantata dal pubblico a gran voce e enfatizzata da una pioggia di coriandoli caduti dal soffitto.

Il concerto sembra concludersi con Wastelands, da For a Moment I was lost, ma un encore riporta il gruppo sul palco per altre tre canzoni: Haze, l’amatissima I Found e la travolgente No Answers.

Joe, Tom e Henry sono cresciuti, il loro ultimo album dimostra quanta strada abbiano fatto dai tempi di 5am. Hanno riscoperto un rapporto nuovo con il pubblico e sembrano finalmente trovarsi al “posto giusto”. Come dichiarato da loro stessi in diverse interviste, il cambio formazione che ha visto perdere due componenti della band non è stato semplice, ma con Philophobia hanno dimostrato di essere rinati. Sono sempre loro stessi, solo più maturi e consapevoli.

Da un po’ di tempo a questa parte possono contare sull’appoggio di due talentuosi musicisti, Michael Blackwell alla chitarra e Glyn Daniels alla batteria, con i quali sembrano avere un’ottima intesa on e off stage.

Joe, Henry e Tom hanno a cuore i loro fan, tanto che alla fine di ogni show si prendono del tempo per scambiare quattro chiacchiere con chiunque sia fuori ad aspettarli. Mi ha colpito l’interesse che dimostrano verso ogni fan e la volontà di instaurare un rapporto con ciascuno di loro. Non si tratta di una foto fugace o un autografo scarabocchiato. Amber Run non risparmiano calorosi abbracci e mettono il fan al centro della loro attenzione. E così ho scoperto l’innata gentilezza che li caratterizza e che è uno dei motivi che li rendono così amati dai fan.

Mentre sto scrivendo queste parole, in attesa del volo che mi riporterà a casa, non posso fare a meno di provare una fitta di nostalgia per questi due giorni trascorsi in loro compagnia e pensare che prenotare quel volo è stata la decisione migliore che potessi prendere.

E come disse BeethovenLa musica è una rivelazione, più alta di qualsiasi saggezza e di qualsiasi filosofia.

La musica è salvezza, la musica è comprensione.

Sono grata di aver fatto parte di tutto questo.

Se volete supportare questa fantastica band potete acquistare Philophobia sul loro sito ufficiale (io ho preso il bundle CD+maglietta+cassetta) o su amazon. (Link affiliato)

[Io e Tom Sperring, bassista del gruppo]


[Foto credits dell’immagine di copertina]

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