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Intervista a Giovanni Di Rosa [serial escape], autore di Cloude – Il portale

Buongiorno lettori e buona domenica! Oggi per voi un’intervista super speciale al fantastico blogger (Serial Escape) e autore Giovanni Di Rosa, che esordisce oggi con il suo primo libro: Cloude – Il Portale.

Io lo acquisto subito e non vedo l’ora di divorarlo. Ma scopriamo qualche dettaglio in più!

~ Ciao Giovanni! Ormai io e te ci conosciamo da un po’, ma presentati ai lettori che ancora non ti conoscono. Raccontaci un po’ di te e del tuo blog Serial Escape. Come è nato e perché hai deciso di aprirlo?

Ciao Feliscia, innanzitutto volevo ringraziarti per avermi ospitato sulle tue pagine. Sono davvero felice che tu me ne abbia dato l’opportunità. E volevo dirti che mi emoziona moltissimo l’idea di parlare del mio progetto.

Serial Escape, il mio blog, è nato nel Dicembre del 2016, ma fino ad un anno e mezzo fa non avevo compreso quello che significava essere un blogger e l’impegno necessario perché la gente si interessasse ai contenuti che proponi. L’idea, comunque, è nata dalla necessità, sempre avvertita, di esprimere le mie idee. Ho sempre odiato rapportarmi in modo passivo alle mie passioni. Da qui l’idea del blog.

Un’altra ragione a spingermi è stata il mio desiderio di provare a ricordare le mie impressioni su quello che leggo o che vedo. La memoria non è uno strumento perfetto, così ho deciso di racchiudere le mie idee in uno spazio virtuale, cercando di rendere i miei commenti e le mie recensioni appetibili anche per i miei visitatori. Da qualche tempo, ho iniziato anche a spaziare maggiormente sul blog e a parlare di scrittura creativa, che è una cosa che mi diverte molto e che è utile anche a me, per affinare le mie conoscenze.

~ Cloude è la tua prima opera pubblicata, in uscita oggi 30 giugno. Quando è nata la passione per la scrittura? C’è qualche scrittore che ammiri in particolare per la sua tecnica?

Francamente non so identificare un momento preciso. So che, fin da bambino, amavo le storie. Mi sono sempre messo nei panni di chi scriveva le storie che mi appassionavano, che fossero film disney, un cartone animato o una serie televisive. Pensavo sempre: “cavolo, qualcuno si è divertito un mondo a creare questo personaggio!”

Si capisce che, da questo approccio, non potessi che amare la scrittura. Alle medie scrivevo racconti con protagonisti i miei compagni di classe e provavo già allora ad abbozzare dei fantasy.

Di scrittori da ammirare ce ne sono tantissimi. Come sempre, quando parlo di ispirazioni, mi piace fare due nomi. Il primo è quello di Zafòn. Credo che pochi, come lui, siano riusciti a coniugare uno stile interessante, agile ed elegante a un intreccio appassionante e vincente. Combinare un genere commerciale a una cifra stilistica di valore, per me, è il risultato più alto che può raggiungere uno storyteller.

L’altro nome è quello di Margaret Mazzantini. Credo che sia di una bravura inarrivabile. Le sue frasi ti prendono a schiaffi, le sue storie ti entrano dentro. Certe volte, semplicemente la natura ti dota di un talento che riesce a creare l’arte.

~ Concentriamoci su Cloude e sul mondo parallelo che hai creato. Innanzitutto che cos’è Cloude e com’è nata l’idea di questo mondo?

Cloude è un universo diverso da quello in cui viviamo. È un mondo che nasce per creare un rifugio. Una sorta di porto sicuro per tutti coloro che vogliono abbandonare la propria vita, quando non la sentono corrispondente ai propri ideali e ai propri sogni. In realtà Cloude è la materializzazione di un pensiero. Tutti speriamo di vivere in un mondo ideale, ma non sempre è una cosa positiva nascondersi in questo tipo di pensieri. La storia che racconto, in qualche modo, smaschera anche questo aspetto. Anche nei mondi ideali la vita potrebbe essere diversa da quella che ti aspetti e, in definitiva, sta sempre a te e alle tue risorse cercare di costruire una vita che sia quanto più simile a quella che desideri.

Ho iniziato a scriverlo per scappare. Avevo bisogno di fuggire dal malessere che mi creava la mia vita. E ho deciso di rendere questi miei stati d’animo sotto forma di storia, di una trama che funzionasse.

~ Ti sei mai sentito perso e senza prospettive come Susan? Quanto di te c’è in lei?

Userei anche espressioni colorite per rispondere. Comunque sì. Mi sento, tuttora, abbastanza privo di direzione. Pensare, rendere concreto nella mia testa il mio futuro mi suscita sempre un pizzico di malanimo.

Susan, però, non è così simile a me. È un personaggio che ha tanto coraggio, e una voglia di scoprire che, forse, io non possiedo più. Ho cercato di delineare un personaggio più “giovane” di me, quindi, chiaramente, ho dovuto smussare gli angoli. Susan è una tela ancora bianca. Io penso di avere più “rigidità” di quante ne abbia il mio personaggio.

~ Focalizziamoci sugli altri personaggi. Chi sono e quale è stato il più difficile da scrivere?

Fondamentalmente, i personaggi da cui tutto è partito sono Susan e la madre. A questi due personaggi si è aggiunto quello di Alexandra, una strega, che rivelerà di essere molto più di quello che si comprende all’inizio. Ho deciso di porre al centro della storia una vicenda familiare e di delineare dei personaggi femminili che fossero diversi da quelli che ho letto negli ultimi anni.

Volevo provare a dimostrare che le donne potessero essere personaggi forti e intriganti, anche quando le loro peculiarità e i loro pregi non fossero enfatizzati in maniera irrealistica. Spesso, nei libri, si cerca di proporre personaggi femminili perfetti, per compensare una realtà che ancora stenta ad abbandonare la misoginia. Sicuramente il sessismo e la misoginia sono da combattere, a tutti i costi, ma se si scrive, si deve parlare di vita e nella vita non siamo tutti perfetti.

Il personaggio più difficile da scrivere, invece, è Milena. Ho deciso di creare un tipo particolare di streghe, le “streghe di sangue”, una congrega proveniente da un mondo non conosciuto. Milena è una di queste streghe. È misteriosa e oscura, impenetrabile. Volevo creare un personaggio che fosse sempre sfuggente agli occhi del lettore e che, al contempo, catturasse l’attenzione. Non sempre è stato facile fare un lavoro di dosaggio con le sue azioni e i suoi dialoghi.

~ Il ruolo dei villain appartiene a tre stregoni, che minacciano la serenità di Cloude. Come deve essere secondo te un villain ben scritto? Pensando al cinema o alla letteratura, c’è qualche villain che ti viene in mente che metteresti tra i migliori di sempre?

Il villain, spesso, è un elemento divertentissimo da scrivere. Deve essere uno degli aspetti maggiormente curati di una storia, sempreché – ovviamente – si tratti di una storia che necessiti di un antagonista.

Mi sorprende che, nei film, si trascuri sempre la caratterizzazione dei villain. Nei libri va un po’ meglio, se non altro. Credo, comunque, che un villain ben scritto debba essere umano, comprensibile, e pieno di ambivalenze. L’essere umano vive di ambivalenze. Nei villain le ambivalenze hanno preso il sopravvento, il lato oscuro si è rivelato più forte. Per creare un buon villain, ritengo, bisogna esplorare la storia e le ragioni che hanno portato a questa predominanza del malvagio. Nella mia storia avrei voluto scrivere di più dei villain e ci sono dei punti oscuri che ritengo possano essere un buon materiale per un sequel, ammesso che la storia piaccia ai lettori.

Per citare un villain che funziona e che metterei tra i migliori di sempre, ricorro a una scelta scontata, ma emblematica: Joker interpretato da Heath Ledger. Era perfetto.

~ Senza incorrere in troppi spoiler, Cloude vive di magia. Quali sono i “ruoli” (personaggi) magici che il lettore troverà nel cammino?

Ho scelto di portare in scena personaggi, sia tipici della letteratura fantasy che creati da me, in un ambiente surreale. Cloude è una sorta di città, né medievale né moderna come le nostre, popolata da elfi, fate, streghe, stregoni e, come detto, altre creature frutto della mia immaginazione.

La magia, comunque, ha un ruolo più forte di quello dei singoli personaggi. È una sorta di tributo alla fantasia il mondo che ho creato. La magia esiste come una sorta di destino, che guida e soccorre i protagonisti.

~ Ho avuto la fortuna di leggere una piccola anteprima del romanzo e mi ha subito colpito il rapporto tra Susan e la madre Mary. Vuoi parlarcene meglio?

Ha colpito anche me. Non mi ero accorto di quanto importante fosse per me parlare di un rapporto madre-figlia. Invece, presto è diventato un leit-motiv del romanzo. Volevo descrivere un rapporto in cui più persone potessero rivedersi. I problemi e le distanze che si sono create tra le due sono causate da dolori e imprevisti, con cui Mary ha avuto difficoltà a confrontarsi. Nella vita succede spesso che, per i più disparati motivi, tendiamo a farci assorbire dai problemi e questo può creare fratture anche in ambito familiare.

In “Cloude” ho voluto ribadire che l’amore deve essere più forte delle cicatrici e dei dolori che ci portiamo dietro. Genitori e figli devono sempre darsi una possibilità, perché la vita di un genitore è monca senza il figlio, e quella di un figlio manca di un pilastro senza il genitore.

~ Ora ti propongo un piccolo gioco. Scegli tre dei personaggi principali e attribuisci a ciascuno due o tre aggettivi che lo descrivano.

Okay, scelgo Mary, Susan ed Emlotte (l’unica donna tra gli stregoni che vogliono governare Cloude).

Per Mary scelgo: votata al sacrificio, introversa e incerta.

Per Susan: coraggiosa, curiosa e testarda.

Per Emlotte: enigmatica, dubbiosa, contraddittoria.

~ Se Cloude diventasse una trasposizione, sceglieresti una pellicola cinematografica o una serie TV su Netflix?

Non è un libro lunghissimo, mi piacerebbe fosse un film. Penso che avrebbe il giusto ritmo, per regalare un buon numero di colpi di scena e dare uno spazio sufficiente alla caratterizzazione dei personaggi.

Penso che si presti più a un film perché è una storia in cui gli eventi sono condensati in poco tempo, poco più di due settimane, e farne una serie tv potrebbe snaturarne il ritmo e attenuare troppo l’intensità degli eventi.

~ Cloude è un romanzo autoconclusivo o prevedi dei seguiti in futuro?

Il finale penso che vi sorprenderà un po’. Può essere autoconclusivo come non esserlo. Vi renderete conto che ho preferito soltanto sfiorare una parte della storia, farla arrivare al lettore per il tramite di un dialogo finale, piuttosto che descriverla nel dettaglio. Rimane, inoltre, aperto un aspetto importante legato alla figura di uno degli stregoni. In testa ho sufficiente materiale per fare un sequel, ma voglio capire un po’ cosa la gente penserà di Cloude, prima di iniziare a scrivere il secondo capitolo. Sicuramente non saranno più di due libri, comunque.

~ Hai scelto la strada del self publishing. Come mai hai preferito questa via? Hai incontrato particolari difficoltà nel percorso dell’autopubblicazione?

Ho scelto il self-publishing, dopo tante ricerche ed essermi confrontato con altre persone, alle prese con questo mondo. Ci sono pochi lettori e le case editrici di una certa importanza faticano a puntare su perfetti sconosciuti. È questa una delle ragioni per cui sto partecipando a un concorso letterario. Cerco di farmi scoprire, piuttosto che propormi.

Si era palesata l’idea, parlando con un talent scout, di proporre i miei lavori a degli editori, ma per me era importante, a ventisei anni quasi, poter dire di aver finito un progetto. Dimostra a me stesso di aver avuto la capacità di realizzare qualcosa.

Spero soltanto che la gente valuti la mia opera senza pregiudizi, perché auto pubblicarsi non significa più che non sai scrivere, ma significa soltanto che non sei uno youtuber, un influencer o un conduttore televisivo che ha già un pubblico che fa da rete di sicurezza per le case editrici.

Difficoltà? Sì, certo. Correggere il proprio romanzo è complicatissimo. Mi ha aiutato una persona importante, ma è stato comunque un lavoraccio. Però Amazon fornisce una risorsa preziosa che permette di metterti in gioco, senza dover investire tanti soldi, quindi siamo anni luce avanti rispetto al passato.

~ Concludiamo con un appello ai lettori. A chi è rivolto Cloude e perché i lettori dovrebbero scegliere proprio il tuo libro?

È uno young adult. Secondo me può piacere tanto a chi si affaccia alla vita da adulto. Il messaggio che volevo divulgare era quello che non si è mai soli e che c’è un rimedio a tutto, anche quando ci si sente smarriti. Leggere e viaggiare in mondi fantastici può essere un buon modo di difenderci, di ritrovare noi stessi e la forza necessaria per andare avanti.

Ovviamente, però, spero che anche lettori più adulti possano trarre dal mio libro qualcosa di positivo e che possano apprezzare la storia e i personaggi che ho creato. Odio implorare i cultori di altri generi, dichiarando, come fanno altri, che la propria opera possa essere apprezzata da chi odia il fantasy. Mi limito a dire che, se amate, come me, i fantasy, potrete fare un bel viaggio insieme a me in un mondo pieno di sorprese!


Non mi resta che ringraziare Giovanni per aver preso parte a questa intervista e fargli un grandissimo in bocca al lupo per Cloude. Se la mia intervista vi ha incuriosito, potete acquistare il romanzo qui in formato cartaceo e qui in formato kindle.

“Immaginate di trovare un mondo in cui poter fuggire quando realizzate che la vostra vita non ha sbocchi. Cloude è una dimensione parallela, piena di magia e sorprese. Un mondo in cui Susan Woods si imbatte per caso, nel momento in cui si rende conto di non avere le risorse per perseguire i propri sogni. Il contesto in cui vive e l’assenza di prospettive diventano insopportabili per lei, che inizia a desiderare di fuggire da tutto.

L’universo senziente di Cloude percepisce il suo richiamo e le permette di evadere dalla realtà che ha sempre conosciuto, per scoprirne una nuova. Nella realtà pacifica di Cloude, tuttavia, le cose sono cambiate e quello che è sempre stato un luogo sicuro e pacifico è, adesso, colmo di insidie, specialmente per gli esuli degli altri mondi. Tre portentosi stregoni, infatti, danno la caccia ai nuovi arrivati su Cloude, convinti di essere gli unici in grado di portare il progresso. Per ogni trasformazione è necessario un sacrificio, ma non mancherà chi sarà disposto a lottare per la pace.”

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