Scrittura

Racconti da un titolo: Your Name

Buongiorno lettori! Oggi rispondo finalmente a un progetto ideato da Katiuscia di Little K Library, che tra l’altro a breve uscirà con un fantastico romanzo ambientato a Londra! (Ve ne ho parlato qui)

L’idea è quella di scrivere un racconto breve, ispirato al titolo di un libro, che però nulla ha a che vedere con la trama o i personaggi. Io mi sono ispirata a un libro che ho appena finito di leggere e di cui vi parlerò in settimana sul blog.

YOUR NAME

Avrei voluto dirgli come mi sentivo.
A volte mi sorprendevo a guardarlo e le parole erano lì. Sospese. Sarebbe bastato socchiudere le labbra e un sussurro avrebbe colmato la distanza tra di noi.
In passato mi era sembrato così facile essere me stessa. Parlavamo per ore, anche se il più delle volte ero io a farlo. Lui ascoltava, era un buon ascoltatore.
Restava in silenzio, mentre io gli raccontavo qualsiasi cosa mi passasse per la testa.
Sogni infranti, promesse, desideri.
Che cos’era cambiato? Aveva smesso di ascoltare o avevo smesso prima io di parlare?
Eravamo cambiati entrambi troppo in fretta o ero stata io a farlo?
A volte avrei soltanto voluto tornare indietro.
A quel giorno d’autunno, a quelle parole leggere, che per poco non erano state spazzate via dal vento.
“Qual è… il tuo nome?” mi aveva chiesto.
Subito non avevo risposto. Lo avevo osservato. Il suo sguardo era carico di aspettative.
Era arrossito, forse per l’insistenza dei miei occhi che indugiavano su di lui e io avevo riso.
Una di quelle risate che mi aveva sempre imbarazzata, ma non quel giorno. Non con lui.
Non avevo più riso in quel modo. Se lo avevo fatto, non riuscivo a ricordarlo.
Che cosa ci era successo?
Guardami, ti prego” avrei voluto dirgli “Non mi vedi? Sono qui, sono sempre io”.
Ma non lo feci, mai.
Permisi al tempo di scorrere e poi… fu troppo tardi.
“Qual è… Il tuo nome?” gli chiesi un giorno. Lui mi guardò, come aveva sempre fatto da anni a quella parte. Alzò un sopracciglio e il viso gli si riempì di piccoli solchi.
Pensai che avrei visto l’ombra di un sorriso, lo sguardo del ragazzo che era stato un tempo.
Non sorrise, non disse nulla.
Se ne era dimenticato.
Io, invece, non lo avevo mai fatto.

5 pensieri su “Racconti da un titolo: Your Name”

  1. Wow… Che bello incappare in un articolo che parte da un tuo progetto, sono lusingata!
    Il tuo racconto mi piace molto, perché è enigmatico. Il rapporto tra i due è stretto ed effimero allo stesso tempo, difficile da afferrare… brava brava!

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      1. Scrivere qualcosa, anche in fase blocco o durante periodi in cui non abbiamo qualcosa su cui lavorare, è esattamente lo scopo del mio esercizio, quindi sono contentissima che ti sia servito!

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    1. Grazie mille 😊 in effetti sto per iniziare un progetto dal punto di vista della prima persona (sarebbe la prima volta ad esclusione di qualche racconto) , che esplorerà soprattutto l’animo della protagonista. Ho in testa l’idea da un po’ e penso sia il momento giusto per darle forma 😊

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