Musica

Settimana dedicata alla salute mentale: esprimersi attraverso la musica

Buongiorno a tutti cari lettori! Dopo una pausa di qualche giorno sono tornata con la settimana dedicata alla salute mentale, che oggi mi vede parlare della musica come mezzo per esprimersi. Non potevo che chiedere aiuto alla mia migliore amica Gloria, l’autrice con cui ho scritto Somnium, vicina da diversi anni alla musica di artisti Nativi Americani.

Ringrazio di cuore Gloria che, attraverso le parole di una poesia di Tanaya Winder e una canzone di Frank Waln, ha espresso alla perfezione il concetto dell’uso della musica per esprimere la propria condizione mentale e umana.

“Always start with you

Alive and well, and not me

I’d gladly give up every poem I have spoken

Have my mouth call back each and every one of them

From your ears

Back into my pen’s failed attempts at trying to put back

The splintered pieces of our hearts

Our hearts

Our hearts

Staring at a blank page

Wishing we could begin again”

[“Inizia sempre con te |Vivo e in salute, e non io | Lascio perdere volentieri tutte le poesie che ho recitato |La mia bocca le chiama indietro parola dopo parola | Dalle tue orecchie | Indietro nella penna che fallisce mentre cerca invano di rimettere a posto |I pezzi scheggiati dei nostri cuori |Dei nostri cuori |Dei nostri cuori |Fissando una pagina bianca| Desiderando di poter ricominciare”]

Inizia così, con le parole di Tanaya Winder, la canzone chiamata 7 di Frank Waln.

Si tratta di parte di una poesia recitata proprio da Tanaya (che trovate nel video qui sotto e che vi consiglio assolutamente di ascoltare), nella quale immagina di poter riavvolgere il tempo e di poter veder passare in uno schermo tutto quello che la circonda, ma all’inverso (rewind).

La poesia è stata registrata interamente in un’altra canzone, Back To the Beginning, e tra le tante storie, narra quella della morte di Angel, che ha deciso di porre fine alla sua vita. Una delle tante, troppe vicende che fanno parte della quotidianità del popolo dei Nativi Americani in tutto il continente statunitense.

Arrivare a pensare che non esiste più alcuna soluzione, nessuna alternativa. Nessun modo per poter chiudere le ferite sanguinanti se non quello di smettere di lottare per sempre.

Frank Waln però, non ha intenzione di arrendersi, e attraverso le sue parole cerca un modo per risollevarsi dallo stato di depressione in cui si trova insieme al suo popolo, come parte della canzone “7” dice:

“Spitting rhymes in a time of blood quantum and suicide

We survived staying strong all those times we should’ve died

I confess, I’m depressed

Sometimes I can’t take the stress

Living is a test, distressed up in the wild west”

 [“Sputando rime in un tempo di politica del sangue e suicidi |Siamo sopravvissuti restando forti tutte quelle volte che avremmo dovuto morire | Lo confesso, sono depresso | Alcune volte non riesco a sopportare lo stress | Vivere è come una prova angosciante nel selvaggio west”] 

Frank in un’intervista ammette che la vita nella Riserva per un ragazzino è piena di insidie e di tentazioni e che, grazie all’amore e all’aiuto di sua madre, è riuscito a mantenersi sulla buona strada, a non cadere nei problemi di alcolismo e droga come la maggior parte dei ragazzi. È uno scenario triste, che al tempo stesso riempie di rabbia. Chi può aiutare queste persone a ritrovare la propria strada, o ancora meglio a ritrovare la speranza? Come si è arrivati a dimenticarsi di chi camminava su quella Terra prima di qualsiasi altro uomo o conquistatore?

“This is sound of a Nation rising

A generation with a vision

We’re tired of our people dying

7th generation we have risen, we have risen yeah


This is sound of a Nation rising

A generation with a vision

We hear our Mother Earth crying

7th generation we have risen, we have risen yeah”

[“Questo è il suono di una Nazione che sta sorgendo |una generazione con una visione |Siamo stanchi della morte della nostra gente |Settima generazione, e siamo risorti, siamo risorti yeah]

 [Questo è il suono di una Nazione che sta sorgendo | una generazione con una visione | Sentiamo piangere la nostra Madre Terra | Settima generazione, siamo risorti, siamo risorti yeah”]

“La Settima Generazione”: da qui il nome della canzone, un nome che parte da una profezia ma che Frank utilizza come strumento per far sentire la propria voce, e insieme alla sua quella di molti altri, uniti insieme contro al sistema, come una vera e propria Nazione.

È importante riflettere su quanto in questo caso sia fondamentale il potere della musica. Quando diventa la forma d’arte con cui non solo esprimersi, ma anche sopravvivere, consolarsi e trovare la forza per affrontare il dolore. Per arrivare dritti al cuore delle prossime generazioni, per donare speranza.

La parte a mio parere più intensa della canzone è al suo termine, quando le ultime parole vengono dette quasi in urlo disperato, e non appena pronunciata l’ultima, Frank scoppia in un pianto doloroso e vero, mentre le parole di un uomo Lakota riempono il resto. 

“This system try to hold us down, it hold us down

You forced our cultures underground, underground

But you ain’t stopping no one now, no one now

We’re stronger and we know it now, we know it now”

 [“Il sistema cerca di trattenerci, ci tiene buoni | Avete forzato la nostra cultura sottoterra, sottoterra | Ma non fermerete più nessuno ora, nessuno ora | Siamo più forti e lo sappiamo ora, lo sappiamo ora”]


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6 pensieri su “Settimana dedicata alla salute mentale: esprimersi attraverso la musica”

  1. Complimenti, articolo bellissimo e molto emozionante. La storia di come i nativi americani sono stati trattati e relegati nelle riserve mi fa sempre una gran rabbia. Sapere che oggigiorno ci sono bianchi americani capaci di dire ai nativi “tornatevene nel vostro paese”, poi, è scandaloso. Spero sempre che prima o poi gli USA possano avere un/a presidente/ssa nativo/a che possa rimettere a posto un po’ di cose.

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    1. Grazie mille, riporterò i tuoi complimenti a Gloria, le farà senz’altro piacere 😊

      Hai perfettamente ragione. Mette davvero tanta rabbia la loro situazione. Odio il finto patriottismo dei finti americani e il loro modo di trattare chi appartiene davvero a quelle terre.
      Speriamo davvero che un giorno le cose cambino in meglio

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