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Il mostro della depressione in un libro || Il vuoto non si compra di Paola Tafuro [INTERVISTA]

Buongiorno cari lettori del blog! Oggi continua la settimana dedicata alla salute mentale. Ieri abbiamo discusso di Libroterapia con la psicologa Lucia Magionami e oggi invece la scrittrice Paola Tafuro mi ha concesso del tempo per parlare del suo libro Il vuoto non si compra.

Abbiamo affrontato un tema delicato e purtroppo sempre attuale: la depressione.

∼ Ciao Paola e benvenuta sul blog Il lettore curioso. Presentati ai lettori che ancora non ti conoscono.

Ciao a tutti, mi chiamo Paola. Sono una Sociologa e Counselor, vivo a Lecce e per diversi anni mi sono occupata di violenza contro le donne. Ho svolto dei corsi di scrittura creativa nel carcere Borgo San Nicola di Lecce e sono stata per cinque anni vicepresidente della Commissione per le Pari Opportunità nel mio paese.

∼ Il vuoto non si compra, il tuo libro uscito quest’anno, affronta un tema difficile, la depressione. Com’è nato questo saggio e perché la scelta di parlare proprio di depressione?

Il libro nasce da una crisi interiore che ho vissuto cinque anni fa, a causa del lavoro precario. È stata proprio la scrittura ad aiutarmi a venirne fuori; essendo io Counselor, la scrittura ha una valenza terapeutica.

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∼ Quanto hanno influito le tue esperienze personali nella stesura del libro?

Il libro è tutto basato su esperienze personali. Racconto di donne che hanno vissuto momenti di vuoto interiore e depressione. Queste crisi esistenziali, hanno condizionato in negativo il loro futuro. Alcune ce l’hanno fatta, altre no!

∼ Il vuoto non si compra raccoglie le storie di alcune donne che “si soffermano sulle cause del male oscuro”. Sono tutte storie vere? Com’è nata la collaborazione tra te e queste donne coraggiose?

Le storie che narro, sono tutte basate su fatti reali. Sono mie amiche o semplicemente conoscenti. Le conversazioni sono nate di fronte ad un caffè o con una conviviale sigaretta; con altre, a causa della distanza, ho dovuto effettuare delle interviste telefoniche. Sono state tutte propense affinchè le loro storie venissero raccontate.

∼ In Italia la depressione è ancora un tabù. Credi che riusciremo mai a educare le persone sulla salute mentale e sull’importanza di chiedere aiuto?

Bella domanda! Lo strizzacervelli è considerato ancora un tabù; purtroppo sin da piccoli ci educano a non chiedere aiuto e a cavarcela da soli. Per me, ad esempio, chiedere aiuto è stato difficilissimo. Ho compreso, però, che è importantissimo farsi dare una mano da chi ci vuole bene, ma anche da professionisti.

∼ La depressione è purtroppo in notevole crescita tra i giovanissimi. Secondo te quali misure dovrebbero essere prese per aiutare chi combatte contro questa malattia? Gli aiuti potrebbero venire dall’ambiente scolastico?

Nel mio libro c’e’ una ricerca che espone una stretta correlazione tra precariato e depressione, con ulteriore aumento di psicofarmaci. Credo che gli agenti di socializzazione, in questi casi, siano fondamentali. La scuola potrebbe proporre dei percorsi formativi con medici e psicoterapeuti che aiutino a comprendere bene cos’è la depressione e come curarla; ma anche I mass-media dovrebbero fare la loro parte, soprattutto la televisione: dovrebbe pianificare dei programmi con esperti per i più giovani. Un’ultima cosa, vorrei lanciare un messaggio: non sottovalutate mai un momento di depressione o una crisi esistenziale e chiedete sempre aiuto. Alla prossima, un abbraccio.

Grazie a Paola per avermi concesso del tempo. Vi lascio i dettagli del suo libro qui sotto!

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Anna ha perso una persona cara, mentre Giulia ha ansie che originano da una madre soffocante, Federica ha avuto un compagno violento, per Sandra si è trattato di una cocente delusione amorosa. Tutte accomunate da un disagio che, per un motivo o per l’altro, non sono riuscite a superare, che le ha travolte condizionandone in negativo il futuro esistenziale.

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