Scrittura

Una vita da aspirante scrittore: Come reagire alle critiche negative

Buon pomeriggio cari lettori del blog! Oggi sarebbe dovuta uscire la recensione di un nuovo romance natalizio che ho visto, ma all’ultimo minuto ho deciso di cambiare programma. (La recensione uscirà comunque domani)  Come molti di voi già sapranno ho scritto un libro a quattro mani, il primo volume di una saga fantasy, uscito qualche mese fa. La risposta dei lettori fin’ora è stata davvero ottima, ma tra l’entusiasmo non sono mancate alcune critiche negative. (Anche se per fortuna sono una minima parte!)

Devo essere sincera: sul lavoro, così come nella scrittura o nella vita in generale ho sempre dato molto peso all’opinione delle persone. Quando ricevo delle critiche negative ho la tendenza a farmi condizionare da esse, finendo per deprimermi per giorni interi. Inizio a pensare di essere una fallita, a pensare che la scrittura, forse, non è davvero il mio destino. E poco importa che su una recensione negativa ce ne siano dieci entusiaste, io crederò sempre e comunque alla peggiore.

Siamo onesti, essere giudicati dalle persone fa male. Con la scrittura, uno scrittore decide di donare una parte della sua anima ai lettori. Imprime nelle pagine del libro le proprie fragilità, i propri pensieri, i propri desideri… A chi piacerebbe veder distruggere tutto ciò?

Nonostante le difficoltà ora quando ricevo una critica negativa cerco di analizzarla e, se  possibile, ne ricavo qualcosa di utile.  Per prima cosa dovete farvi la seguente domanda: La recensione è costruttiva?

Quando scrivo la recensione di un libro cerco sempre di essere il più obiettiva possibile. Ne analizzo gli aspetti positivi e quelli negativi, cercando di estrapolare il messaggio che l’autore ha voluto dare attraverso i personaggi e le tematiche trattate. Non sempre però un libro può essere capito da tutti. Può capitare che il recensore lo legga in modo troppo superficiale o che non faccia lo sforzo di analizzarne le potenzialità, soffermandosi ai difetti.

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Nel ricevere una recensione negativa è bene fare un passo indietro dal proprio ego e analizzarla. Nessuno scrittore è perfetto, può capitare di incorrere in errori, ma è anche vero che la lettura è qualcosa di molto soggettivo. Mi è capitato di ricevere lodi per lo stile del libro da parte di alcuni lettori, mentre un paio di lettrici lo hanno demolito. C’è chi riteneva avesse troppe descrizioni e chi invece le ha amate. Non è quindi facile discernere dalla propria opera e cercare di capire quali critiche possano avere un fondo di verità.

Ad esempio, se una persona critica il vostro protagonista definedolo “piatto” e altri cento lettori ne esaltano le potenzialità, ovviamente l’opinione della massa ha più peso. Ma se invece la critica inizia ad arrivare da numerose fonti, allora forse il protagonista potrebbe non essere perfetto quanto pensavate. In questo caso dovete porgervi la seguente domanda: Che cosa avrei potuto fare per migliorare il mio personaggio?

Questo passaggio è molto importante, perché vi permette di far crescere la vostra scrittura. E se la prima volta non è andata come previsto, potete stare certi che la seconda andrà meglio. Ricordate sempre che non siamo esseri perfetti e che non è pensabile piacere a tutti allo stesso modo. Essere abbattuti dalle critiche è normale, ma cercate sempre di ricavarne qualcosa di buono (dove possibile).

E voi come reagite alle opinioni negative tra scrittura, lavoro e vita in generale? Vi aspetto nei commenti!

 

 

 

 

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27 pensieri su “Una vita da aspirante scrittore: Come reagire alle critiche negative”

  1. Non è facile reagire alle critiche negative. Ma quelle ci saranno sempre. Non se le evita nessuno. Quindi credo che la cosa importante sia il proprio, di giudizio. Lo so, è banale, è scontato. Ma a te, quello che hai scritto, che sensazioni ti porta? Chi è il tuo lettore ideale? Io, alla fine, ho capito che voglio scrivere ciò che vorrei leggere. Non ci sono ancora riusciota, ma la tendenza è quella ( come il meteo: non ci azzeccano, ma la tendenza…)

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  2. Non so, forse per esperienza personale, non credo che mi farei influenzare troppo. Anche perchè i gusti variano da persona a persona e chi te li fa, ben che vada, è un lettore accanito ma non uno scrittore.
    Oggi sono andata a votare il libro che ho preferito in una rosa di 8.
    Faccio parte di un gruppo di persone che finanzia un premio letterario. I libri vengono scelti tra i secondi e terzi classificati dei premi letterari come Strega, Rapallo, ecc..
    Insomma, per farla breve, su 5 donne solo due hanno scelto lo stesso libro. Ci siamo dette le motivazioni e sembrava che avessimo letto libri completamente diversi…
    Quanto sopra è la norma. La mia migliore amica, con cui condividiamo un sacco di cose e ci conosciamo da sempre, ha gusto assolutamente opposti ai miei. Ho persino smesso di consigliarle e prestarli libri Me li rendeva senza commenti…. Tutto detto.

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      1. In effetti credo che un giudizio debba prescindere il gusto. Se uno è frustrato e si sfoga sono affari suoi, non mi tange, se una recensione non rappresenta un’analisi critica allora dubito meriti una qualunque attenzione

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  3. Io so per esperienza di essere molto sensibile ai commenti negativi; anche qui sul blog, basta a volte un innocuo “io non sono d’accordo” per mandarmi in crisi e farmi pensare di non aver scritto delle fesserie.
    Questo tuttavia slegato dai giudizi reali che ho ricevuto. Non ho ancora mai pubblicato niente, ma quello che ho fatto leggere a parenti e amici è stato accolto molto bene, e mi fido dei loro giudizi perchè vengono da persone dolorosamente sincere che non si fanno problemi a dirmi quando qualcosa non gli piace.
    Adesso sto scrivendo la mia prima cosa lunga in occasione del NaNoWriMo, e ammetto che l’idea di affrontare il giudizio altrui mi spaventa già, sebbene, al punto in cui sono, dire che si tratta di una preoccupazione prematura è davvero un eufemismo.

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    1. Ti capisco, stessa cosa!
      Sono curiosissima di leggere ciò che stai scrivendo durante il NaNoWriMo. Per quanto riguarda il giudizio ti capisco, non è facile condividere il proprio scritto con il mondo, soprattutto se è il primo. Ma se hai già ricevuto dei giudizi più che positivi sulla tua scrittura allora sono certa che andrà benone! 🙂

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      1. Sono curioso di leggerlo anche io, perché sto procedendo veramente quasi bendato (ho un punto di partenza e di arrivo, ma la bussola, nella parte centrale, è piuttosto confusa). Non lo finirò sicuramente entro il 30 Novembre, però, visto che pur essendo praticamente in pari con il conteggio delle parole sono ancora al primo atto e giorno dopo giorno mi vengono in mente cose da aggiungerci! Chissà, potrebbe essere la missione dell’anno prossimo farlo venire alla luce.

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    2. Parenti e amici non sono bene indicati almeno che non siano lettori forti, poi è ovvio che un testo alla primissima pubblicazione anche se sembra buono può non essere lavorato così bene, basti pensare che già dopo un paio di anni noi stessi, se scriviamo ogni giorno e leggiamo buoni testi ogni giorno, lo avremmo scritto in modo diverso, migliore 🙂 In bocca al lupo.

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      1. Sì, certo, so bene che non costituiscono un pubblico affidabile. Mi fido del loro giudizio perché hanno la faccia tosta di dirmi, ogni volta, se una cosa gli piace oppure no: per dire, una mia amica, una volta, mi ha detto “scrivi bene, ma la storia fa ca**re”. Insomma, so che posso contare su un giudizio sincero e non su un incoraggiamento affettivo a prescindere, se proprio non posso fare affidamento su un parere letterario esperto, per quello so che dovrò buttarmi nella mischia e inviare il manoscritto agli editori, cosa che ho intenzione di fare una volta finito.
        Grazie!

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  4. Mi immedesimo molto, come ti ho detto, in quello che dici. Credo che, sin da piccolo, ho sempre fatto di tutto per evitare le critiche negative, ma, a volte, bisogna anche cercare di andare avanti, di seguire il proprio percorso anche se non piacciamo a tutti.
    Comunque per scrittori part-time è difficile migliorare, ma il tempo aiuta e leggere ci perfeziona. Probabilmente bisogna solo arrivare al punto di equilibrio della propria scrittura per essere veramente pronti a considerare ciò che scriviamo il meglio possibile, anche se sempre dalle critiche (o quasi sempre) si può estrapolare qualcosa di utile.

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      1. Nessun dubbio su questo. Spesso si usano parole solo per criticare e offendere per provocare una reazione da parte del criticato ma qualche lato positivo esiste anche in questo se si analizza con lucidità la critica malevola.
        Poi che i critici non siano oggettivi nelle loro critiche è vero ma fa parte del gioco.
        in ogni caso mantenere la calma senza ribattere colpo su colpo può servire per non dare la stura alla polemica e alla rissa.

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      2. È importante, infatti, non rispondere e magari non leggersela nemmeno. Un “non è un granché” senza aggiungere altro, per esempio, io non lo considero nulla, essendo privo di elementi utili che ti facciano capire anche se uno il libro lo ha letto o meno, oppure è stato puntato il libro e l’autore sbagliato. E perché non è un granché: lo stile non va? I personaggi? La trama? L’ambientazione? Ecc… nessuna informazione

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      3. Certo nell’esempio che hai riportato non merita nemmeno di essere letto. Ovviamnete mi riferivo al caso che la critica fosse più corposa. Sul tipo ‘bella scrittura ma povera di contenuti’, che è un bel ossimoro. Oè bella o è povera. Oppure ‘il testo è sgrammaticato. Deve leggere di più, ecc..’ E’ una stroncatura in piena regola ma forse qualche sottofondo di verità c’è.

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  5. Una mia amica dice che le recensioni negative le ignora, semplicemente perché ti rovinano la giornata e, spesso, perché non sanno fare analisi precise sui difetti, o presunti tali, di un testo e nel 99% dei casi è vero. Non ho letto la recensione negativa in questione, ma solo tu puoi sapere se è utile o meno. Che mettano di male umore è una cosa ovvia. Alcune sono anche molto offensive e superficiali. Dipende sempre chi ha scritto cosa e come. A volte si comprano testi perché piace la copertina e magari non si legge la sinossi e, meno che mai, ci si fa mandare un’anteprima sul lettore e-book per valutare il tipo di romanzo che si potrebbe comprare. E si compra una cosa che non era ciò che si voleva. Pensa che a nessuno piace “La ragazza della Leica”, ma intanto è stata tradotta e pubblicata da una grande casa editrice e ha vinto anche un premio. Almeno ho visto che su Amazon la fanno letteralmente a pezzi. 🙂

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    1. Io vorrei saperle ignorare, ma purtroppo non ne sono capace!
      Bisogna ovviamente mettere in conto di non poter piacere a tutti, ma è davvero difficile certe volte!
      In effetti alcuni libri sono stroncati ma vendono tantissimo comunque!

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  6. Da lettrice posso dirti che non mi fido dei libri che hanno solo giudizi positivi: in primis perché sembrano recensioni comprate o di “affetto”, poi perché non si scrive mai per chiunque e qualcun* si scontenta per forza (mettere tutt* d’accordo non riesce nemmeno ai capolavori🤷‍♀️).

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  7. Sei al tuo primo lavoro, è assolutamente normale. Io tendo a farmi molte domande, a fronte di una critica negativa. In tanti casi, ammetto candidamente di non essere nel mio forte (come nei finali, quando mi criticano quello di look left, a ragione peraltro, dico “già bello che c’è un finale, ragazzi, l’ho scritto tre volte!”) e grazie proprio a queste critiche so che in quel settore devo migliorare. In altri casi, le ho prese e le ho buttate, come quando una signora, che aveva letto forse a mala pena l’anteprima, ha commentato la mia punteggiatura. Io so che a me piace così, che di base è corretta, quindi ho cestinato le sue parole. Capisco però che con il primo bebè ci si senta ancora più insicuri. Ma è solo questione di abitudine, con il tempo un pochino migliora. Come dici tu: passo indietro e guarda il muro da lontano. Magari la critica non è più che un sottile graffio, e non una crepa strutturale.

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  8. Forse sembrerà un commento “di parte” o “da vittima”, ma al giorno d’oggi è difficile trovare critiche costruttive. Spesso vengono fatte con arroganza, acidità o, peggio, maleducazione. Su internet ce n’è tanta ed è una cosa che non tollero. Non ho ancora pubblicato niente, ma quando persone educate mi hanno fatto critiche costruttive sui miei articoli, le ho sempre seguite e ho anche fatto delle correzioni sulla base delle loro opinioni. Io amo le critiche, perché solo così posso migliorarmi. Solo rare volte ho avuto a che fare con gente maleducata che criticava (o meglio, insultava) solo per sentirsi un vago critico di turno, ma dato che se sollevi certe mie leve divento una testa calda, ho deciso di ignorare questa categoria.

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