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[RECENSIONE] Dieci piccoli indiani di Agatha Christie

Ciao a tutti!

Ho da poco finito di leggere Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, romanzo giallo scelto per il mio club del libro. Era la prima volta che mi avvicinavo a questa scrittrice, dopo averne sentito così tanto parlare. Se volete conoscere la mia opinione in merito alla lettura, continuate a leggere!

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Dieci persone estranee l’una all’altra sono state invitate a soggiornare in una splendida villa a Nigger Island, senza sapere il nome del generoso ospite. Eppure, chi per curiosità, chi per bisogno, chi per opportunità, hanno accettato l’invito. E ora sono lì, su quell’isola che sorge dal mare, simile a una gigantesca testa, che fa rabbrividire soltanto a vederla. Non hanno trovato il padrone di casa ad aspettarli. Ma hanno trovato una poesia incorniciata e appesa sopra il caminetto di ciascuna camera. E una voce inumana e penetrante che li accusa di essere tutti assassini. Per gli ospiti intrappolati è l’inizio di un interminabile incubo.

Dieci persone di età ed estrazione sociale diversa vengono invitate da un certo signor Owen a trascorrere un soggiorno su Nigger Island, un’isoletta a largo della costa del Devon. Al loro arrivo non trovano peró nessuno ad aspettarli, solamente una poesia, che si rivelerà essere fondamentale per la loro salvezza.

~ Recensione

“Dieci poveri negretti
se ne andarono a mangiar:
uno fece indigestione,
solo nove ne restar.”

Dieci piccoli indiani è stato scritto utilizzando l’enigma della camera chiusa doppia, ovvero la soluzione dell’intrigo sembra all’apparenza impossibile, proprio come una stanza chiusa dall’interno. Solitamente nei gialli di Agatha Christie il detective diviene il personaggio principale della vicenda, in questo caso mancano invece entrambe le figure.

Questo romanzo è costruito con una formula completamente diversa dai canoni della scrittrice, che per paradosso è diventato anche il suo romanzo più di successo. Ogni personaggio è vittima, ma anche carnefice, nessuno di loro è davvero innocente.

Ammetto che non sarei mai arrivata a indovinare l’epilogo del libro, eppure alla fine la soluzione sembrava così chiara che mi sono chiesta come avessi fatto a non capirlo prima. Forse è proprio in questo che Agatha Christie è una vera maestra, è capace di tessere una vicenda ricca di suspence, priva di inutili fronzoli, ma semplice e scorrevole.

Nonostante il romanzo sia piuttosto breve ogni personaggio riesce a spiccare in personalità, risultando ben caratterizzato, cosa non facile in un testo così breve. Tuttavia, soprattutto all’inizio, ho fatto molta fatica a dare un volto ai vari personaggi, che continuavo a confondere tra loro.

Non posso considerarlo un capolavoro, ma rimane comunque una buona lettura. Il numero ridotto di pagine ha donato alla vicenda quella scorrevolezza che altrimenti non avrebbe avuto, ma per quanto mi riguarda avrei preferito fosse arricchito con un centinaio di pagine in più.

“Solo, il povero negretto
in un bosco se ne andò:
ad un pino si impiccò,
e nessuno ne restò.”

Ma perché ha avuto così tanto successo? Probabilmente perché è così diverso da qualsiasi altro giallo in circolazione, unisce l’horror, al thriller, con la giusta dose di mistero e suspence. Si discosta dai soliti canoni, soprattutto tipici dell’epoca. Non dimentichiamo che si tratta di un romanzo datato 1939 e che ancora oggi riscuote un enorme successo. È inoltre un libro che si adatta a ogni età (la mia copia Mondadori ha addirittura la fascia d’età compresa tra i 9 e gli 11 anni).

Il mio voto per questo romanzo è di 4 su 5.

~ Curiosità

Recentemente mi hanno segnalato l’esistenza di una serie televisiva del 2015 in tre puntate, ispirata al libro. È stata prodotta per il canale britannico BBC, anche se alcune vicende sono differenti dal romanzo della Christie.

26 pensieri su “[RECENSIONE] Dieci piccoli indiani di Agatha Christie”

  1. Unico libro della Christie letto, ma mi è piaciuto tanto! Non è il mio genere preferito quindi non ho continuato con le letture dei suoi libri ma su questo mi esprimo sempre con grande piacere. Mi ha tenuta incollata alle pagine e ricordo di essermi posta milioni di domande senza riuscire mai a capire davvero quale fosse la verità, fino alla fine.

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  2. Sono d’accordo con i motivi che hai dato riguardo il successo del libro. A me è piaciuto proprio per questo discostarsi dai canoni, e per i personaggi, come dici tu tutti colpevoli e direi tutti fulcro dele svolte narrative. Se però ho apprezzato davvero tanto la costruzione narrativa…mi è sembrata in realtà un po’ gratuita la rivelazione finale. Ok, scopriamo che X (non faccio spoiler) è il colpevole, ma avvrebbe potuto essere anche Y o Z, non ho avuto l’impressione che le spiegazioni fossero sotto il mo naso, come capita ad esempio nei romanzi di Sherlock Holmes. Forse avrei addirittura peferito una mancata rivelazione, tenendomi stretta la morale comunque evidente del libro!

    Kalos

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